APICOLTURA 2019: MINO TARICCO CHIEDE DI ATTIVARE UN AFFARE ASSEGNATO IN COMMISSIONE AGRICOLTURA

Durante questi giorni, ho presentato al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, una nuova interrogazione per valutare la possibilità di procedere al riconoscimento dello stato di calamità naturale e/o la possibilità di attivare misure straordinarie di sostegno all'apicoltura, a fronte di un'annata - quella del 2019 - considerata la più problematica di sempre, oltre a sollecitare l'attivazione di un Affare assegnato in Commissione Agricoltura in Senato.

L'annata produttiva 2019, per il settore dell'apicoltura, si sta presentando come la più critica e problematica di sempre. Le pessime condizioni meteo climatiche, caratterizzate da periodi di persistente siccità con temperature sopra la media stagionale nei mesi primaverili, seguiti, a partire da metà Aprile da copiose precipitazioni, unite ad un significativo calo termico protrattosi per buona parte del mese di Maggio 2019, hanno determinato la scarsa o nulla resa delle fioriture primaverili e la perdita pressochè totale della produzione di miele di acacia (nel Nord dell' Italia) e del miele di agrumi - tipico delle zone a Sud dell' Italia.

"Le aziende apistiche, già purtroppo reduci da una serie di stagioni non positive sin dal lontano 2011, con un trend purtroppo confermato di anno in anno in maniera sempre più pesante, stanno riscontrando nel corso di questo anno - il 2019 - una somma pesantissima di danni per la mancata produzione di miele, danni per la mortalità di alveari per fame in Aprile/Maggio, danni da eccessiva sciamatura, per non parlare dei danni economici registrati per l'acquisto di sostanze zuccherine a causa della mancanza del "bottino naturale", il nutrimento che le api trovano nell'ambiente, fatto di nettare - ricco di sostanze nutritive che poi si ritrovano nel miele stesso - polline, lieviti, enzimi e molte altre sostanze utili al nutrimento della covata e al corretto sviluppo del sistema immunitario della colonia".

La produzione di miele del primo semestre 2019, secondo il rapporto ISMEA, ha registrato una fortissima penalizzazione della produzione su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto nelle regioni del Settentrione - data la forte specializzazione di tale produzione in quest'area con il Piemonte capofila (secondo anagrafe apistica, sono stati rilevati in Piemonte un totale di 5.769 apicoltori in regola con il censimento di cui 3.851 amatoriali che producono per autoconsumo (67% del totale) e 1.918 che producono per il commercio (33% del totale) e di questi ultimi ben 457, con più di 100 alveari, hanno sviluppato un importante attività economica attorno all'allevamento delle api detenendo il 61% del totale degli alveari - 129.586 circa) - che in questa annata è stimabile ad oggi in perdite di almeno il 70% della produzione annuale.

La stima per il solo mancato ricavo ha creato un danno che ammonta per il solo Piemonte a oltre 16 milioni di euro e nell'insieme delle Regioni italiane ad oltre 70 milioni di euro.

Ho così voluto interrogare il Ministro Bellanova per richiedere al Ministero la valutazione del riconoscimento di stato di calamità naturale e per valutare gli interventi necessari a sostenere questo settore dopo un'annata drammatica come la presente, ed ho chiesto in Commissione Agricoltura di attivare un Affare assegnato, cioè la possibilità che la Commissione approfondisca per conto del Senato un tema su cui avanzare decisioni e soluzioni da proporre all'Assemblea

Salvare le api e l'apicoltura non vuol solo dire salvare delle attività economiche, ma vuol dire contribuire allo sviluppo delle nostre produzioni agricole di qualità che per il 70% dipendono dall'impollinazione delle api ed al mantenimento della biodiversità


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