DECRETO P.A: UN PASSO IN AVANTI NEL PERCORSO DELLE RIFORME
Il decreto legge che contiene la riforma della Pubblica Amministrazione ha ricevuto la prima approvazione durante i lavori di giovedì 31 luglio della Camera dei deputati: 286 i voti favorevoli, 132 quelli contrari e 2 gli astenuti.
La norma interviene per aumentare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, riorganizzarne e semplificarne le strutture e migliorare la qualità dei servizi che essa può offrire ai cittadini, tramite una serie di misure specifiche: dalle norme sul lavoro pubblico, che favoriscono i pensionamenti e il ricambio generazionale tra i lavoratori, a quelle relative ad alcuni aspetti del settore della giustizia, sino ad arrivare ai provvedimenti che regolano la trasparenza e la correttezza dei lavori pubblici e ne combattono i fenomeni di corruzione.
Siamo di fronte a un altro importante tassello del percorso riformatore con cui il Governo sta cercando di modernizzare il Paese. Sicuramente la materia trattata dal decreto è molto ampia, ma il provvedimento, anche grazie alle modifiche apportate durante il lavoro in Commissione, è riuscito ad approntare una serie di misure articolate ed equilibrate. In primo luogo, sul fronte del lavoro pubblico arrivano forti segnali per operare un avvicendamento tra lavoratori: è stato abrogato il trattenimento in servizio, è stata introdotta la possibilità della risoluzione unilaterale, da parte delle Pa, del rapporto di lavoro di chi abbia maturato i requisiti pensionistici e, infine, è stato compiuto un passo in avanti per risolvere la situazione dei dipendenti della scuola di “quota 96”. È previsto anche un piano, da qui al 2018, per operare un vero e proprio turn over, che consentirà l’immissione di nuovi lavoratori nel settore pubblico secondo percentuali sempre maggiori. È poi nell’opera di riorganizzazione e semplificazione che il decreto dà i suoi risultati più importanti, con l’annuncio dell’approvazione dell’Agenda per la semplificazione amministrativa entro ottobre 2014, la soppressione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e il passaggio delle sue funzioni all’Autorità nazionale anticorruzione e la riduzione dell’importo del diritto annuale dovuto dalle imprese alle Camere di Commercio. Notevole, inoltre, lo sforzo del provvedimento per cercare di monitorare le opere e i lavori pubblici: in questo senso, particolare attenzione è stata dedicata alla possibilità di redigere elenchi di imprese che non sono soggette al rischio di infiltrazioni mafiose e al compito, affidato al presidente dell’ANAC, di sorvegliare le opere compiute per Expo 2015. Va infine ricordato il capitolo sulla giustizia, che porta avanti l’opera di informatizzazione del settore, con la completa attuazione del processo telematico, e disciplina alcuni incarichi e attività dei magistrati.
Il testo del decreto passa ora all’esame del Senato. Nella seduta notturna di mercoledì 30 luglio, l’Esecutivo aveva ottenuto la fiducia dell’Aula di Montecitorio sul provvedimento.