IL 26 AL VOTO CHI C’E’ DECIDE. E NON SARA’ UNO SCHERZO !

Il 26 maggio SI VOTA , tanti o pochi lo vedremo, ma chi lo farà, come sempre, deciderà per tutti.

E senza ombra di dubbio, ci giocheremo un pezzo non banale di futuro.

L’Unione Europea che da decenni siamo abituati a dare per scontata, su cui da anni sentiamo rovesciare valanghe di contumelie e di falsità,  da parte di chi non ha il coraggio delle proprie convinzioni, o di chi strumentalmente cerca facili capri espiatori, è sicuramente una Istituzione che ha evidenziato grandi limiti, una Istituzione che deve migliorare per essere più efficace, ma che ci ha garantito 70 anni di pace.

Sono stati in ogni caso anni di progresso, di stimolo costante alle decisioni nazionali, che hanno fatto crescere, forzandone il passo, i singoli stati verso una società più rispettosa delle diverse sensibilità di tutti e di ciascuno, più attenta alle tutele sociali, più impegnata nel sostegno alla innovazione e alle reti infrastrutturali.
Oserei dire che l’Europa oltre ad essere stata in questi anni presidio di democrazia e di coesione,  ha aiutato i singoli paesi ad essere migliori. 

Su questi temi la stessa UE ha fatto una interessante pubblicazione 60 ragioni per l’Europa, che per tanti aspetti può essere oggetto di
discussione, ma ha sicuramente il pregio di aiutarci a riflettere, e ci aiuta anche la lettura delle  ragioni per credere ancora pubblicate su Educazione Globale, cosi come alcuni estratti della lectio che il professor Sabino Cassese tiene il 16 settembre 2018 alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in occasione della seconda edizione della «Giornata in ricordo di Carlo Azeglio Ciampi».

Non si spiegherebbe diversamente il fatto che nonostante tutti i limiti tanti paesi hanno voluto e continuano a volerne far parte.

Nella stagione delle false verità e delle letture strumentalmente parziali, della ricerca del colpevole più che delle soluzioni,  è stato purtroppo facile raccontare l’Unione Europea come il luogo dove si misurano le zucchine, o come il luogo dove trionfa la burocrazia inutile, e scaricarle addosso quantità di colpe e limiti, (colpe e limiti da cui non è certamente esente), ma che certo non sono solo sue e non sono quelle raccontate.
Sul tema delle migrazioni, per fare un esempio, si è detto, scritto e raccontato di una Unione Europea non solidale ed incapace di affrontare l’emergenza, dimenticando di far presente che nei Trattati europei le politiche migratorie non sono mai state assegnate alla Unione, ma sono rimaste tutte in capo ai singoli stati, che le hanno gestite purtroppo sempre in una logica tutta strumentale, tutta marcatamente orientate all'egoistica ricerca del solo consenso interno. E alfieri e prototipi di questa posizione sono stati la nostra Lega (una volta Nord) ed i suoi sodali del gruppo di Visegrad.

Il 26 maggio con il nostro voto, e se lo riterremo con il nostro impegno, con le nostre telefonate o messaggi WhatsApp fatti o non fatti, decideremo se questa Unione Europea, con tutti suoi limiti e le sue potenzialità, fa un passo avanti verso una maggiore capacità di agire, verso una maggiore efficacia e capacità reattiva e risolutiva, o se invece farà un passo indietro lasciando ulteriore spazio a quelle logiche di chiusura e di frammentazione che ne hanno caratterizzato i limiti in questi anni.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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