LA UE VIETA IL NATALE ? POCHE IDEE PER UN NECESSARIO EQUILIBRIO TRA RADICI ED APERTURA

Innanzi tutto i fatti:

- La Commissione europea ha presentato una Guida per una «comunicazione inclusiva»  per evitare l’uso non intenzionale di un linguaggio discriminatorio all’interno delle istituzioni dell’Unione europea.
- Viene come esempio riportato: «Evita di dare per scontato che tutti siano cristiani. Non tutti celebrano le feste cristiane e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date. Sii sensibile sul fatto che le persone hanno tradizioni religiose e calendari diversi». Non viene quindi posto divieto di riferimento al Natale, ma viene citato un esempio di comunicazione che sarebbe da evitare: «Le feste di Natale possono essere stressanti» («Christmas time can be stressful») e questo per non dare per scontato che tutti abbiano gli stessi riferimenti spirituali. In questo caso il documento indica come esempio di frase alternativa:  «Le festività possono essere stressanti… per chi festeggia il Natale o l’Hannukkah» («Holiday times can be stressful…for those celebrating Christmas, Hanukkah») citando insieme al Natale la festa ebraica dell’Hannukkah.
- In un altro passaggio  si legge: «Use ‘first name’, or forename, or given name, rather than ‘Christian name’. In examples and stories, do not only choose names that are typically from one religion».     In questo caso il riferimento al «Christian name»  è al «nome di battesimo»  e viene spiegato che sarebbe meglio utilizzare termini come “nome” e “nome proprio” anziché “nome di battesimo”. 
- Nell’esempio di “Maria” non se ne vieta l’uso, ma si suggerisce negli esempi e nelle storie, di non scegliere solo nomi che sono tipicamente di una religione, appunto come Maria, ma di usarne anche altri come “Malika” che fanno parte di altre culture oltre alla propria.  

Tralasciando la campagna scandalizzata di alcuni giornali della destra italiana, che hanno trasformato questo episodio quasi in uno scontro di civiltà, credo che su un piano squisitamente letterario e glossologico abbia ragione chi parla di un tentativo di strumentalizzazione, ma credo al tempo stesso che voler codificare tutto ciò che dovrebbe includere si finisca per escludere, ed anche solo la scelta di esempi di frasi da evitare, come «il Natale può essere stressante», finisca per attribuire a queste una connotazione negativa, e quindi in qualche misura esso stesso discriminante.

La ricerca di una neutralità assoluta che forse non può esistere, e che in ogni caso non può essere dettagliatamente codificata e regolamentata, non può arrivare a cancellare storie e culture che volenti o nolenti orientano i nostri passi, e che per una mal riposta ricerca appunto di neutralità assoluta non devono e non possono venire cancellate. Il rispetto, l’apertura e l’inclusione vanno perseguite senza sosta, ma forse questa non è la strada per radicarle nelle coscienze e nei cuori.

In ogni caso la Guida è stata ritirata perché «non è un documento maturo e non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione» e la Commissaria ha annunciato che lavorerà ulteriormente a questo documento scusandosi “per l'offesa involontaria che la pubblicazione di questo documento ha causato ad alcuni”.


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