Meccanismo Europeo di Stabilita'. IL CINISMO E LA FALSITA' DI LEGA e C.

Oggi in Parlamento, dopo le polemiche degli ultimi giorni, si è svolto l’atteso confronto in sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES o ESM), e come era prevedibile abbiamo assistito a scene che hanno ampiamente superato il livello della decenza e non solo in politica.

Innanzi tutto credo sia utile spiegare cosa sia il MES oggi.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (noto anche come MES e con l’acronimo del suo nome in inglese, ESM) è un’organizzazione intergovernativa dei paesi che condividono l’euro come moneta, varato dal Consiglio europeo il 25 marzo 2011 ed approvato definitivamente nel settembre del 2012, dal superamento di altri due fondi creati in precedenza allo stesso scopo (EFSF ed EFSM), e ha il compito di aiutare i paesi che si trovano in difficoltà economica. 
È una componente molto importante dell’unione monetaria: serve a mettere in comune il denaro di tutti (una dotazione di 80 miliardi di euro, pagati in maniera proporzionale all’importanza economica dei paesi dell’eurozona: con quasi il 27 per cento del capitale la Germania è il primo contributore, inoltre, emettendo titoli con la garanzia degli stati che ne fanno parte, il MES può raccogliere sui mercati finanziari fino a 700 miliardi di euro) che vengono poi prestati nel caso in cui uno stato membro si trovi in difficoltà, visto che – condividendo la stessa moneta – le difficoltà di un paese possono avere conseguenze anche sugli altri. 
Va chiarito che si tratta di un prestito con cui l’Italia ha contribuito al MES con 14,331 miliardi, e non 63 come invece in modo strumentale va dicendo Salvini, e trattasi appunto di un prestito. 

Ciò di cui stiamo parlando è della riforma di questa organizzazione.
Una riforma discussa a partire dal 2018 che nella versione finale prevede alcune innovazioni tra cui il “backstop” il Fondo di risoluzione unico, di ammontare fino a 55 miliardi, finanziato dalle banche europee che serve ad aiutare istituti finanziari in difficoltà rendendoli così più sicuri.

Altra innovazione che è vista da alcuni osservatori come potenzialmente critica, prevede che dal 2022 siano riformate  le "clausole di azione collettiva" (CACS). In sostanza, dal 2022, nel caso di richiesta di intervento di un paese, sarà più semplice ottenere l'approvazione di una ristrutturazione di un debito sovrano, perché dalle attuali regole che richiedono una doppia maggioranza, si passerà a una maggioranza unica, e questa  "semplificazione" potrebbe, secondo alcuni osservatori, aumentare le percezione di rischio sui titoli dei paesi più fragili, spingendo così gli investitori a chiedere tassi di interesse più alti. 

Il testo del trattato è tecnicamente ancora modificabile, ma ovviamente come ha spiegato il ministro Gualtieri in audizione in Parlamento, dopo una decina di mesi di incontri e di negoziati non sarà facile ottenere modifiche che ovviamente dovrebbero essere condivise. 
La riforma del MES in ogni caso si inserisce in un più ampio "pacchetto" di interventi caldeggiati da tempo dal nostro Paese. Bocciare la riforma del MES significherebbe quindi  mettere in discussione anche gli altri provvedimenti che sicuramente avvantaggerebbero l'Italia. Tra questi c'è ad esempio l'introduzione di un'assicurazione europea sui depositi per meglio tutelare i risparmi dei cittadini. 

Credo che in merito a questo accordo intergovernativo MES, si possa innanzi tutto ribadire che è una cosa utile all’Italia e che come detto non ci costa 140, non 63, ma ci coinvolge per 14 miliardi, tra versamenti e garanzie, e che sia sensato se ci saranno le condizioni di chiedere alcuni rafforzamenti del ruolo politico della Commissione UE e dei Ministri interessati dei paesi coinvolti. 

 Per chi vuole approfondire : 

Dossier Senato n. 187 “La riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità”

Dossier Senato n. 188 “TESTO A FRONTE DEL TRATTATO  …
MODIFICATO…”

Oggi in Parlamento è stata fatta una puntuale ricostruzione di fatti riunioni e documenti che suona come un  durissimo atto di accusa del Presidente del Consiglio contro l'ex vicepremier Salvini "la cui resistenza a studiare è cosa nota" ma questo "non può giustificare le gravi bugie e menzogne dette in queste settimane visto che la Lega al governo è stata presente ad almeno undici riunioni in un anno sui temi del MES e della governance economica europea e non ha mai sollevato obiezioni". 

Il premier ha puntualizzato ogni passaggio e ogni singolo incontro o documento relativo alla vicenda, viste le accuse “gravissime” circa “condotte talmente improprie e illegittime” per le quali, ha puntualizzato, facendo riferimento Salvini e Meloni, “sarei responsabile di alto tradimento per biechi interessi personali”.  Se queste accuse fossero vere, ha precisato  “dovrei subito andare a dimettermi”. Ma se fossero false - ha detto prima alla Camera rivolto a Giorgia Meloni e poi al Senato “guardando” Salvini - “avremmo la prova che chi è ora all’opposizione e si è candidato a governare il Paese con pieni poteri sta dando prova e purtroppo non sarebbe la prima volta, di scarsa cultura delle regole e della più assoluta mancanza di rispetto delle istituzioni”. Continuando in un passaggio successivo che quelle accuse, se sono false come ovviamente sono, “indicano la forma già grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio, finiscono per minare alla base la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia dei cittadini”. 

Il presidente del Consiglio Conte ha precisato all’Aula e ai suoi accusatori che in ben undici occasioni tra riuniti tecniche, audizioni in commissione, consigli dei ministri, ecc., si era esaminato il dossier MES e quello più generale dell’unione bancaria europea. 

Nessuno delle attuali opposizioni o del Governo in tutte quelle occasioni ha mai sollevato dubbi o fatto critiche. E anzi nella ormai famosa seduta di giugno il Senatore Bagnai ringraziava “per gli approfondimenti tecnici e per la coerenza con il principio di centralità del Parlamento”. 

Credo che chi ha seguito il dibattito e ha letto i documenti abbia chiaro che la Lega (come anche i 5Stelle) o ha nei fatti gestito la negoziazione dell'Accordo e adesso con un cinismo ed una strumentalità senza confini lo attacca per pura strumentalità politica, portandosi dietro Fratelli d'Italia, o si era distratta un anno o aveva terribilmente sottovalutato il tema.

In tutti i casi da governanti distratti un comportamento sicuramente non lodevole, per coprire il quale ieri è andato in scena una vera sbruffonata, con l’ennesima sfilza di frasi fatte e di slogan scontati, senza mai entrare nel merito, e tutto per calcolo di consenso politico di breve periodo.

Per chi è interessato in allegato l’intervento integrale di Conte al Senato.




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