LA FINE DEL SOGNO FEDERALISTA
La Legge 42/2009 all'articolo 2 stabiliva che l'attivazione del federalismo fiscale consisteva nella sostituzione delle risorse trasferite dallo Stato ogni anno alle Regioni in una compartecipazione ai tributi con contemporanea corrispondente diminuzione dei trasferimenti statali.
Un principio applicato dal decreto legislativo 68/2011 che definiva i trasferimenti dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario cui spetterà il compito di trasferirne quota parte a Comuni e Province.
Nel 2009, al momento dell'approvazione della delega, i trasferimenti ammontano a quasi 6 miliardi di euro, in parte previsti dalla Bassanini del 1997 per finanziare il trasporto pubblico locale, gli incentivi alle imprese, la viabilità, l'ambiente, le opere pubbliche e il mercato del lavoro e in parte per altre finalità tra cui le politiche sociali e per la famiglia, l'edilizia residenziale agevolata, quella sanitaria e il fondo non autosufficienze.
Tutto molto chiaro e definito , purtroppo la manovra 2010 ha tagliato questi trasferimenti, riducendoli a 1,1 miliardi per il 2011 e per il 2012 , e soli 300 milioni per il 2013.
A questi si sommano gli ulteriori tagli della doppia manovra 2011 (luglio e agosto) che ricadranno sui prossimi tre anni . Nel dettaglio ulteriori 6 miliardi (3,6 alle Regioni, 1,7 ai Comuni e 700 milioni alle Province) nel 2012 , 6,4 miliardi (3,6 alle Regioni, 2 ai Comuni e 800 milioni alle Province) nel 2013, e anche nel 2014.
Dopo 3 manovre pesantissime in meno di un anno e mezzo i trasferimenti sono stati azzerati e con essi è stato di fatto azzerato il federalismo , perché è stato ucciso il principio fondante di lasciare sul territorio una parte delle risorse prodotte, invece che dipendere totalmente dai trasferimenti statali .
Per questo l'anticipo in manovra al 2012 suona come la fine del federalismo .
la cura varata prevede poi che gli enti locali che hanno bisogno di risorse, possano aumentare le addizionali , cosa che produrrà dal 1 gennaio 2012 l'aumento dello 0,2% dell'addizionale Irpef e sul fisco regionale e provinciale l'innalzamento dell'Rc auto del 3,5% .
E’ amaro ammettere che 15 anni di attesa sono stati uccisi dalla inettitudine di una classe dirigente o presunta tale che ha blaterato tanto ma che nel concreto ha arraffazonato riforme che alla fine non sono approdate a nulla .
Povero Nord in che mani ha posto le proprie speranze ………. !