NEWSLETTER n. 5/2017

Cari amici,

sin dalle primarie del  2012 e poi per la segreteria del 2013, ho sostenuto il percorso che ha portato Matteo Renzi  alla guida del Partito Democratico e del Paese.


In una stagione nella quale eravamo in pochi a farlo, l’ho appoggiato convintamente, perché mi aveva convinto la sua idea di Paese e di rapporto tra politica e società.


Quella volontà di superare nel PD le appartenenze del passato, di dare spazio ad un profondo rinnovamento, nelle persone e nei modi di essere, quell’idea di sobrietà della politica, che si intravedeva dietro alla abolizione del finanziamento pubblico, e la scelta forte di ridare dignità a parole come responsabilità e merito, mi parevano sfide, culturali prima che politiche, da valorizzare e da sostenere.

Sentivo che il volto del Partito Democratico che si celava dietro a quelle opzioni era il volto del partito che avevo sempre sentito come mio, e che interpretava le mie aspirazioni.


Ma soprattutto, quel vocabolario e quell’approccio culturale, oltre che da me, era atteso da tantissime persone che da anni chiedevano un nuovo linguaggio ed una politica  capace di parlare al paese.


Ricordo che in quella stagione  nella nostra Provincia fummo in pochi, nel partito e nelle Istituzioni, a scegliere questa strada. Intorno a noi vi erano però tantissime persone e  amici che accolsero  con grande calore e  speranza quella voce.


Quella scommessa e quella speranza hanno prodotto frutti importanti, hanno creato le condizioni perché il Partito Democratico, dopo anni, nascesse per davvero, e lo hanno aperto a persone che prima mai avrebbero immaginato di sostenere e di votare un partito di centrosinistra.


Hanno portato il Parlamento ed il Governo ad affrontare un programma di riforme e di ammodernamento del paese, che  per radicalità ed estensione negli ultimi decenni  mai si era avuto il coraggio di intraprendere.


Certamente non tutti i frutti di questa stagione sono stati all’altezza delle nostre speranze.


Dopo un avvio scoppiettante che ci aveva favorevolmente impressionati, nei fatti concreti, nel partito poco  è cambiato, e, purtroppo, quel lento destrutturarsi che da anni denunciavamo con apprensione, non ha subito sinora né rallentamenti né inversioni di marcia.


Abbiamo avuto una leadership entusiasta, carismatica e molto forte, ed in troppi hanno pensato potesse bastare da sola  a ridare slancio al  partito e a definirne in quanto tale la sua stessa identità. Questo non solo non è accaduto, né poteva succedere, ma, paradossalmente, ha portato a non prestare sufficiente attenzione alla squadra chiamata ad affiancarlo e alla necessità di creare le condizioni per un grande gioco di squadra, per poter produrre risultati.


Il processo riformatore, messo in campo coraggiosamente del Governo e dal Parlamento in questi anni (nel campo dei diritti, del lavoro, delle politiche di sviluppo, delle politiche sociali e della salute, della giustizia, della scuola e dell’università, dell’agricoltura e delle attività produttive, nella gestione dei beni culturali ed in tanti altri ambiti settoriali sino ad arrivare ad aprire una stagione di riforme delle strutture istituzionali del paese culminata con la riforma costituzionale) è stato salutato da tutti gli osservatori internazionali con grandissimo favore e con sincera speranza sia per gli effetti presenti e futuri sul nostro paese, sia per gli effetti positivi che aveva innescato e che poteva ulteriormente riverberare sugli organismi sovranazionali, in particolare sul futuro della Unione Europea.


Ma, contemporaneamente, tutti conosciamo quanto l’ostruzionismo continuo e sfiancante che la allora minoranza interna del partito ha continuamente esercitato, non solo non ha aiutato a creare le condizioni favorevoli al cambiamento atteso, ma ha lentamente logorato i rapporti e l’immagine del partito in una sorta di delegittimazione continua ancora più grave perché interna.


In questo quadro si è arrivati alla riforma della Costituzione, tra incomprensioni e diffidenze reciproche, senza forse essere sufficientemente consapevoli della posta in gioco.


Ho sofferto molto di questo appuntamento mancato per il futuro del paese, e mi ha ulteriormente ferito l’aver letto analisi del voto che rappresentano una decisione maggioritaria per il no motivata dall’ostracismo ad una persona, più che non ad una idea di paese.


In questi mesi, per quanto mi riguarda, ho cercato  di richiamare ad un cambiamento di toni e atteggiamenti attraverso  uno sforzo sincero per ricostruire le ragioni di un camminare insieme dentro il partito, discutendo con apertura ciascuno alle ragioni dell’altro, ma poi decidendo e procedendo coesi.


Onestamente molti passaggi mi hanno deluso, non ultimo quanto successo in Assemblea nazionale e la seguente decisione di dirigenti e quadri del nostro partito di lasciare il PD per dare origine ad una nuova esperienza politica. Mi ha ferito soprattutto pensare alla lacerazione che si è ribaltata su tanti amici che sgomenti guardavano, senza capire, ciò che stava succedendo. 


Come ho detto, ho ben chiaro ciò che è successo ed è  proprio per questo che la mia scelta di sostenere in questa nuova stagione congressuale e nelle primarie Matteo Renzi è netta e convinta.


Premetto che stimo Andrea Orlando a cui riconosco autorevolezza e competenza, ed una non comune capacità di includere ed unire, dote che, comunque vadano le cose, sarà una  preziosa per il futuro.


Ma sostengo Matteo Renzi convintamente perché condivido la sua idea di Paese e  credo che le riforme messe in campo, pur con limiti di attuazione, rappresentino la migliore risposta alle necessità dell’Italia in questo momento.


Credo che oggi più di ieri abbiamo bisogno della sua energia, della sua capacità di leadership e di visione, certo,  come ho detto anche a lui, dovremo aiutarlo a superare cerchi o gigli magici o non magici che siano, ricreando spazi di confronto vero e non solo di decisione, dovremo essere capaci di rendere il partito più inclusivo ed accogliente di quanto non si sia fatto in questi anni, e di farlo in tutte le direzioni, dovremo superare gli io e costruire, nei limiti del possibile, cori di noi.


Ma è con Matteo Renzi che voglio fare questa strada e con tanti di voi con cui in questi anni abbiamo discusso, ci siamo confrontati e abbiamo deciso cosa fare.


Il Partito Democratico nel quale credo, e nel quale crediamo in tanti, in qualche modo ha preso forma  con Matteo Renzi, e se è vero che è rimasto per larga parte ancora incompiuto, è anche vero che necessita di lui e di noi per essere completato.  


Dunque avanti tutta con Matteo Renzi,  che dovremo avere la capacità di sostenere con convinzione ma anche con quella libertà e capacità critica che ci aiutano ad essere utili a quella costruzione.


L’altra sera in un Circolo della nostra Provincia si parlava dell’importanza di guardare alla realtà non con occhi di tifoso per essere utili a correggere e  migliorare quella realtà. Lo credo profondamente, ed ho cercato nel mio piccolo di metterlo in pratica ogni giorno, con sobrietà e con umiltà ma anche con molta determinazione.


Per parlare di queste e di tante altre cose, siete tutti invitati da venerdì a domenica al Lingotto per il lancio della mozione e della candidatura di Matteo Renzi alla segreteria Partito Democratico, per discutere insieme, con gli amici che ne sostengono la candidatura e con chi vorrà aiutarci a riflettere.


Un momento di riflessione, di dialogo, di approfondimento, dove si cercherà di raccontarci cosa si è fatto, cosa dovevamo fare meglio, cosa potremo fare per il PD, per l'Italia, per l'Europa.


Una occasione per elaborare proposte, idee, sogni.


Perché il Lingotto è il luogo da cui il PD di dieci anni fa, con Walter Veltroni, cercò di darsi una propria identità culturale e politica. Quindi Tornare a casa per ripartire insieme sarà il sottotitolo dell'evento.


Il programma dettagliato della tre giorni lo trovate qui

Il form di registrazione qui

Le modalità per iscriversi ai seminari tematici qui

Questo è il sito dell'evento Matteo Renzi al Lingotto


Il tutto comincerà venerdì 10 marzo alle 17 e si concluderà domenica 12 marzo intorno alle 13 con l'intervento conclusivo di Matteo Renzi.


Fate sapere chi ha intenzione di andare!


E poi segnalo che ci troveremo a


Fossano al Dama Hotel - via Circonvallazione, 10

Giovedì 16 marzo alle 20,45


per confrontarci e valutare insieme come procedere.


Un saluto, a presto.


Mino Taricco


LINGOTTO

Carissimi,se vi interessa una politica del fare, confrontarvi su progetti concreti per il Paese, guardare negli occhi le persone e condividere idee e competenze, vi aspettiamo  da venerdì ...

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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