IL NUOVO PD PUO' CAMBIARE L'ITALIA
Devo riconoscere che quella di questa settimana è una esperienza nuova.
Non eravamo preparati ad analizzare una vittoria di questa entità, c'è voluto qualche giorno!
Non era mai successo. Sicuramente mai in queste proporzioni.
Come Partito Democratico abbiamo ricevuto un grande consenso dagli elettori. Più correttamente: lo ha ricevuto Matteo Renzi, il lavoro ed il progetto di Italia e di Europa che lui, sostenuto da tanti, ha voluto e saputo proporre ed impersonare.
In queste europee, e a cascata nelle regionali e nelle amministrative, gli italiani hanno capito che c'è un partito nuovo che ci crede, e ci sta provando davvero nel concreto, dopo anni di parole, a cambiare questo paese, a riformarne le strutture istituzionali e burocratiche, a riorganizzarne i servizi e a rimettere in moto lo sviluppo.
Al momento però è soltanto una apertura di credito, condizionata al raggiungimento degli obiettivi indicati e al mantenimento dello stile evidenziato in questi mesi.
Dobbiamo avere consapevolezza che non è stato un consenso al PD dal quale veniamo e che avevamo conosciuto, quel PD, come aveva anticipato Matteo Renzi prima delle primarie del 2012 poteva arrivare al massimo al 25%. Così infatti è successo. Il risultato di domenica è stato un evidente consenso al nuovo PD che sta nascendo, arrivato dopo una campagna elettorale dura, con scontri e confronti anche aspri con attacchi ed insulti soprattutto da parte dei 5Stelle.
Molti di loro hanno attribuito la "colpa" ai cittadini elettori che non li hanno votati,che non hanno capito, che "per l'ennesima volta si sono fatti prendere in giro".
Ancora una volta un approccio senza un filo di autocritica, monolitico nelle proprie certezze; qualcuno è arrivato ad ipotizzare "di mollare tutto e lasciare questo Paese".
Alcuni commentatori hanno detto che ha vinto lo spirito della Leopolda, ed in effetti è vero: un pò dello spirito di speranza, di progetto e di impegno che aleggiava nella vecchia stazione, ha cominciato a permeare il nuovo Pd, e gli elettori lo hanno capito e premiato.
Lo abbiamo detto in più occasioni, era uno scontrotra la rabbia e la speranza, tra chi scommetteva sul fallimento dell'Italia e dell'Europae chi invece era e rimane convintochece la possiamo fare. Il Paese ha scelto con forza di scommettere sul suo futuro.
Nei mesi scorsi molti mi hanno chiesto se avremmo potuto farcela contro gli avversari esterni e soprattutto gli oppositori interni. Non è un mistero, infatti, che una parte del partito in questi mesi non ha collaborato al cambiamento. Anzi ha tentato in qualche misura, di poter frenare e condizionare la strada intrapresa.
Mi pare evidente che oggi, alla luce anche di quanto è emerso anche nella direzione di ieri, ci siano le condizioni per voltare pagina!
Il Partito Democratico di Renzi ha dimostrato che è possibile parlare a tutti, e non solo "ai nostri", e ha dimostrato anche che se abbiamo il coraggio di farlo nel modo giusto, il paese ci capisce.
Adesso non abbiamo più scuse.
Gli italiani ci chiedono di cambiare l'Italia e anche l'Europa, come abbiamo promesso.
Le riforme che abbiamo iniziato, istituzionali, della pubblica amministrazione, di semplificazione, del lavoro e del terzo settore, della giustizia devono rappresentare il primo passo di un percorso per ridare all'Italia ed ai nostri giovani il futuro che meritano.
Come abbiamo già detto in più occasioni non è in gioco il futuro del Partito Democratico, ma quello dell'Italia.
Manterremo le nostre promesse.
Mino Taricco
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