23 ANNI FA PIAZZA TIENANMEN
Quello che in Cina viene chiamato incidente, nel resto nel mondo invece è ricordato come una delle ferite più profonde all’idea di democrazia , di libertà e di giustizia .
Quel massacro, ciò che successe in piazza Tienanmen il 4 giugno di 23 anni fa , è una delle pagine più tristi per il popolo cinese , cui non è permesso, ancora oggi, neanche di commemorare quella tragica data.
La protesta di piazza Tienanmen incominciò il 15 aprile 1989, in un anno segnato da un fiorire di rivolte popolari che portarono alla caduta dei regimi comunisti dell'Est Europa. Gli studenti cinesi erano scesi in piazza per commemorare la morte di Hu Yaobang, figura politica molto cara ai riformisti, e per protestare contro la corruzione e il nepotismo all'interno del Partito Comunista Cinese.
La loro speranza era che, quello che stava succedendo in Unione Sovietica e nel resto dell'Europa, potesse favorire lo sviluppo di riforme democratiche anche in Cina, dove era in atto un ritorno di conservatorismo, soprattutto per la spinta data da Deng Xiaoping che deteneva il vero potere nel PCC.
Gli studenti volevano maggior libertà di informazione e di associazione, ma non chiedevano l'abbattimento del modello comunista, volevano solo che un Partito più attento al bene del popolo.
La protesta andò avanti per settimane, senza risposte del Partito e spinse gli studenti ad indire uno sciopero della fame che durò per giorni.
Il 20 maggio, vista la situazione di stallo, il governo cinese varò la legge marziale, ordinando all'esercito di occupare Pechino.
Zhao Ziyang, figura di spicco del PCC , tentò di dissuadere gli studenti dal continuare la protesta, promettendo maggior dialogo in futuro.
L'intervento di Zhao, tuttavia, non smosse gli studenti che continuarono la loro mobilitazione fino alla notte del 3 giugno 1989, quando Deng Xiaoping ordinò ai carrarmati di entrare nella piazza e di aprire il fuoco.
Non si conoscono le cifre reali del massacro ma si stimano le vittime civili in più di 3000, alcune fonti addirittura ne stimano quasi 12000.
Il governo cinese non ha mai fornito una versione ufficiale dell'accaduto, ed ha limitato in ogni modo l'accesso ai media stranieri, consentendo alla sola stampa cinese, facilmente manipolabile, di seguire l'evento.
Una delle poche immagini che ci sono giunte è quella di uno studente che, disarmato, si pone davanti ai carri armati per fermarli.
Non se ne conosce l'identità e neanche si sa , se sia sopravvissuto al massacro di quella notte, ma è diventato simbolo della lotta per la democrazia e la libertà.
Come ogni anno, il popolo cinese non ha potuto in nessun modo commemorare il massacro di piazza Tienanmen.
Anche noi siamo chiamati a non dimenticare , per non rendere inutile il loro sacrificio per la libertà .
Mino Taricco