51a GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
Martedì 24 Gennaio 2017
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Valori Etica
Quando la narrazione della realtà si appiattisce completamente sulla dinamica della negatività “dove vale la logica che una buona notizia non fa presa e dunque non è una notizia, e dove il dramma del dolore e il mistero del male vengono facilmente spettacolarizzati”, il rischio è di “essere tentati di anestetizzare la coscienza o di scivolare nella disperazione”.
Nel suo messaggio per la 51aGiornata delle comunicazioni sociali , Papa Francesco scrive che lo sforzo e l’impegno nella comunicazione deve essere orientato a "oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra, gettandoci nell’apatia, ingenerando paure o l’impressione che al male non si possa porre limite"
In questi anni abbiamo assistito al trionfo del “Bad news is good news”, (le cattive notizie sono buone notizie) come dicevano nel giornalismo americano.
Il Papa ci richiama al rischio che la realtà sia poi fortemente influenzata da questa dinamica e si appiattisca completamente su questa logica della negatività “dove una buona notizia non fa presa e dunque non è una notizia, e dove il dramma del dolore e il mistero del male vengono facilmente spettacolarizzati”, il rischio è di “essere tentati di anestetizzare la coscienza o di scivolare nella disperazione”.
Il Papa invita a “spezzare il circolo vizioso dell’angoscia e arginare la spirale della paura, frutto dell’abitudine a fissare l’attenzione” sulle cattive notizie: guerre, terrorismo, ingiustizie, scandali e fallimenti nelle vicende umane.
Piuttosto, fedele al principio di realtà da cui non si può derogare, ci spiega che non è sua intenzione “promuovere una disinformazione in cui sarebbe ignorato il dramma della sofferenza, né di scadere in un ottimismo ingenuo che non si lascia toccare dallo scandalo del male”, ma che al contrario,
“lo sforzo deve essere orientato a “oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra, gettandoci nell’apatia, ingenerando paure o l’impressione che al male non si possa porre limite”.
“La realtà, in sé stessa, non ha mai un significato univoco”, precisa il Papa: “Tutto dipende dallo sguardo con cui viene colta, dagli ‘occhiali’ con cui scegliamo di guardarla: cambiando le lenti, anche la realtà appare diversa”.
“Ogni nuovo dramma che accade nella storia del mondo diventa anche lo scenario di una possibile buona notizia, dal momento che l’amore riesce sempre a trovare la strada della prossimità e a suscitare cuori capaci di commuoversi, volti capaci di non abbattersi, mani pronte a costruire”.
“Essere ‘testimoni’ e comunicatori di un’umanità nuova, redenta” è l’ispirazione a cui tendere, nella persuasione che è “possibile scorgere e illuminare la buona notizia presente nella realtà di ogni storia e nel volto di ogni persona”.