ABROGATA LA LEGGE SULLA CACCIA

Approvato oggi un emendamento alla Finanziaria che cancella la L. R. 70/96
facendo venir meno il referendum regionale sulla caccia.
Il nostro voto, pur condividendo la necessità di verificare la possibilità
di una soluzione legislativa, è stato contrario alla soluzione individuata,
che nel merito riteniamo assolutamente inadeguata.

In queste settimane abbiamo tentato in ogni modo di trovare una soluzione
che da un parte permettesse di risparmiare 22 milioni di euro e dall’altra
permettesse di dare alla nostra Regione una nuova legge sulla caccia capace
di cogliere da una parte la sensibilità espressa dai quesiti referendari,
quella di un nuovo rispetto dell’ambiente e degli animali, e dall’altra
permettere e qualificare una attività venatoria che aiutasse l’equilibrio
faunistico e ambientale, come previsto dalle normative nazionali e
comunitarie.

Non ce l’abbiamo fatta. La volontà oltranzista di parte della maggioranza,
che avrebbe addirittura preferito andare al referendum per regolare una
volta per tutte i conti con gli “anticaccia”, l’ha impedito.
Noi siamo favorevoli ad una caccia che è nella nostra realtà un importante
attore di una gestione faunistica equilibrata e compatibile.
L’approssimazione, la superficialità e una incapacità di sintesi della
Giunte e della maggioranza hanno partorito un ordine del giorno che non ha
colto le nostre sollecitazioni e che porta di fatto alla legge vigente poche
e confuse modifiche.

Abbiamo affrontato con responsabilità una questione particolarmente
delicata: da una parte c’è il diritto, sancito da sentenze, di
partecipazione della comunità piemontese alle decisioni legislative,
attraverso un legittimo referendum. Dall’altra la consapevolezza di una
situazione economica particolarmente grave tale da rendere particolarmente
importante il tentativo di risparmiare 22 milioni.

Bisognava trovare una soluzione che potesse tradurre in legge la risposta a
entrambe queste esigenze. La maggioranza ha utilizzato la sola necessità del
risparmio per cancellare di fatto le ragioni e il diritto dei referendari
con il rischio reale che questa soluzione pasticciata rimandi solo i
problemi.
Per questo non potevamo che votare contro un risultato sbagliato e debole,
frutto di scelte tardive e superficiali compiute dal centrodestra.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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