ACCESSO AI DATI:TRASPARENZA E ACCESSIBILITA' CHIESTA PER TUTTI I PRODOTTI AGROALIMENTARI

"La crescita di importazioni di materie prime e semilavorati deve essere trasparente. I consumatori devono essere messi in condizione di sapere da dove provengono le materie prime utilizzate per le produzioni agroalimentari che finiscono sulla loro tavola, lo dobbiamo a loro, alla tutela della trasparenza nei loro acquisti e a tutela dell'immagine del Made in Italy, che è un patrimonio identitario del nostro Paese"

Ho così presentato, per questi motivi, assieme ad un nutrito gruppo di Senatori, un'interrogazione parlamentare, dopo che il Consiglio di Stato ha riconosciuto alla Coldiretti il diritto di accesso civico alle informazioni riguardanti il mercato caseario, nel rispetto dei diritti dei terzi, per chiedere al Ministro della Salute di dare rapida esecuzione alla sentenza ed estendere tale accesso anche a tutti i prodotti alimentari o di materie prime o semilavorati destinati a produzioni alimentari, tra i quali - a titolo meramente esemplificativo - miele, pomodori, frutta in succhi e marmellate o carne impiegate nei salumi, per dare certezza e trasparenza all'intero settore agroalimentare, pilastro fondamentale e non compromettibile del Made in Italy.

Gli ultimi dati ISMEA sul 2018 e sul primo semestre del 2019, mentre confermano un buon andamento dell' Export agroalimentare nel suo complesso, confermano anche il saldo negativo per il nostro Paese nel rapporto tra Export ed Import delle produzioni agricole - come si vede da allegato - e si ricorda come, su 398 allarmi alimentari notificati all' Unione europea, solo 70 - cioè il 17% riguardavano prodotti di origine nazionale, mentre oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provenivano dall'estero - 83% - di cui il 49% relativo a prodotti provenienti da altri Paesi dell' Unione europea e il 34% da Paesi Extra UE.

Nel dettaglio si conferma un forte flusso di importazioni di miele, pomodoro - in fusti atti al confezionamento nel nostro Paese - così come sono importanti i flussi in entrata di latte e semilavorati lattiero- caseari, carni e cereali, olio ed in genere di materie prime destinate alla trasformazione ed al confezionamento nel nostro Paese, e giustamente da anni le associazioni di rappresentanza del mondo agricolo, sostenute da atti di indirizzo e di sindacato ispettivo parlamentare, hanno posto la necessità ed intrapreso iniziative miranti ad ottenere che il Ministero della Salute renda pubblici i dati sui flussi commerciali delle materie prime provenienti dall'estero, dando quindi piena trasparenza alle importazioni di materie prime e semilavorati e alla loro destinazione, per tutelare il vero Made in Italy, e anche per combattere eventuali inganni e sofisticazioni.

Una piena trasparenza ed un maggiore monitoraggio sulle produzioni in entrata offrirebbero maggiori garanzie a consumatori, un rafforzamento ed una migliore tutela dell'immagine del Made in Italy, oltre ad una maggiore attenzione e salvaguardia dell'intero settore agroalimentare che ha sommesso sulla qualità, sulla tracciabilità e sull'origine delle produzioni.

In ultimo, ma non per importanza, si andrebbe a rafforzare nei consumatori la fiducia nelle produzioni di qualità e conseguentemente a ridurre le ingiuste difficoltà di interi comparti agricoli ed agroindustriali, che alla fine vanno a colpire sempre la parte agricola che produce le materie prime e prodotti di grandissima qualità che, al contrario meriterebbero invece ogni attenzione, anche nell'ottica di evitare perdite di immagine, competitività e posti di lavoro



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