AMARTYA SEN

«Non si vive di solo Pil» (di Armando Massarenti)

L'accoppiata Sarkozy-Sen non è delle più scontate, non foss'altro perché il presidente francese fa parte di uno schieramento di destra mentre il premio Nobel indiano per l'Economia non ha mai fatto mistero del suo egualitarimo e delle sue preferenze per la sinistra.

Prof. Amartya Sen, come ha reagito a questo incarico? Conosceva Nicolas Sarkozy prima che lo chiamasse a partecipare alla commissione che si propone di andare oltre il Pil per misurare il benessere francese?
No, non mi è mai capitato di incontrarlo. Devo anche dire chiaramente che, se fossi stato francese, avrei certamente votato Ségolène Royal. Ciò non mi impedisce però di ammirare le grandi qualità immaginative e l'apertura mentale del presidente Sarkozy, ben evidenti in diverse sue iniziative.

Ci può fare qualche esempio?
Per esempio l'aver voluto come direttore generale dell'Fmi Dominique Strauss-Kahn, che conosco bene, un socialista che avrebbe ben potuto essere candidato alla presidenza e potrebbe esserlo in futuro. E lo stesso discorso vale per Bernard Kouchner, il ministro degli Esteri, che pure conosco bene per il nostro comune impegno con Medici senza frontiere. Anche l'aver chiamato me come consulente per la revisione delle misure del benessere, nella commissione presieduta da Joseph Stiglitz, è un chiaro segno della sua apertura mentale. È chiaro che qui io non vengo chiamato per ragioni politiche, ma professionali. Per trovare strumenti di misurazione più precisi di quelli del Pil.

Le insufficienze del Pil sono riconosciute dagli economisti?
Quando si trattava di affrontare il problema in relazione alle nazioni povere o in via di sviluppo, come l'India, la Cina, o i Paesi dell'Africa e del Sud America, era abbastanza facile riconoscere che Pil e Pnl non sono delle buone misure. Per quelle nazioni questo era un enorme problema e lo abbiamo affrontato con il cosiddetto "approccio sullo sviluppo umano" che ha portato alla creazione dell'Indice dello sviluppo umano. E sono assai orgoglioso di essere stato coinvolto dalle Nazioni Unite nel 1990, quando si mossero in questa direzione, facendomi dirigere la commissione su questo tema.

Ma i Paesi ricchi hanno esigenze diverse.
Per questo i parametri non possono essere gli stessi. Ciò che differenzia i Paesi in via di sviluppo – i gradi di alfabetizzazione o le repentine vaziazioni delle aspettative di vita - non hanno la stessa variabilità che possono avere in Francia, in Italia, in America o in Canada. Non che non sia significativo che Paesi così diversi quanto a ricchezza come gli Stati Uniti e Cuba abbiano identiche aspettative di vita. Ciò dimostra appunto che il Pil non è un indicatore molto significativo. Ma ci sono altri problemi che sono dominanti in America e in Europa. Essi indicano per esempio che l'America deve affrontare l'enorme problema di garantire la sanità per tutti. Problema assai minore per Francia, Gran Bretagna, Italia e per l'Europa intera, che è dotata di sistemi sanitari pubblici, spesso integrati da una serie di servizi privati. Questi Paesi semmai metteranno al primo posto problemi come l'alto tasso di disoccupazione, le ineguaglianze tra gli standard di vita di diversi gruppi, differenze economiche tra immigrati e non immigrati, il generale senso d'insicurezza, inquietudine, e vulnerabilità che attraversa le grandi città. Voglio dire che su molti dei problemi che riguardano l'America e l'Europa neppure l'Indice dello sviluppo umano ci dice nulla.

Dunque per lei si tratta di una sfida nuova?
Certamente per me lo è. Ma tengo a precisare che parlo senza sapere esattamente che cosa Sarkozy mi chiederà. Vorrei però aggiungere un altro punto, ugualmente importante. A volte succede che a una crescita anche molto alta della ricchezza non corrisponde affatto una crescita del benessere. Per capire come ciò si verifica non dobbiamo fare solo confronti tra un Paese e l'altro in un determinato momento, ma dobbiamo essere in grado anche di fare confronti tra momenti e fasi diverse relative a un singolo Paese. Questo ci permetterà di definire assai meglio il reale stato di benessere e il senso di felicità e libertà umana che attraversano le nostre società.

Ma non pensa che anche alcuni elementi dell'Indice dello sviluppo umano siano adatti ai Paesi ricchi? In Italia, per esempio, il sistema educativo mostra una carenza di nozioni di base a partire da quelle matematiche.
Sì, però qui abbiamo a che fare non con questioni relative alla semplice alfabetizzazione, relativamente facili da misurare, ma a capacità più complesse che richiederanno strumenti altrettanto complessi per essere misurate. Resta il fatto che la valutazione dei sistemi educativi è certamente uno degli elementi decisivi per il lavoro che ci accingiamo ad affrontare.

------------------------------



Amartya Kumar Sen (Santiniketan, 3 novembre 1933) è un economista indiano Premio Nobel per l'economia nel 1998, Lamont University Professor presso la Harvard University.

Partendo da un esame critico dell'economia del benessere, che ha portato fra l'altro alla definizione di un indice di povertà largamente usato in letteratura (1977), negli ultimi due decenni Sen ha sviluppato un approccio radicalmente nuovo alla teoria dell'eguaglianza e delle libertà. In particolare, Sen ha proposto le due nuove nozioni di capacità e funzionamenti come misure più adeguate della libertà e della qualità della vita degli individui. In estrema sintesi, Sen propone di studiare la povertà, la qualità della vita e l'eguaglianza non solo attraverso i tradizionali indicatori della disponibilità di beni materiali (ricchezza, reddito o spesa per consumi) ma soprattutto analizzando la possibilità di vivere esperienze o situazioni cui l'individuo attribuisce un valore positivo. Non solo, quindi, la possibilità di nutrirsi e avere una casa adeguata, ma anche essere rispettati dai propri simili, partecipare alla vita della comunità ecc. Secondo Sen, i funzionamenti sono, in sostanza, le esperienze effettive che l'individuo ha deciso liberamente di vivere, ciò che ha scelto di fare o essere. Le capacità sono invece le alternative di scelta, ossia l'insieme dei funzionamenti che un individuo può scegliere. L'approccio di Sen ha convinto molti studiosi a considerare i tradizionali indicatori monetari del benessere (indici di povertà e diseguaglianza basati sul reddito o sulla spesa per consumi) come misure incomplete e parziali della qualità della vita di un individuo. Rimangono tuttavia numerose difficoltà irrisolte per quanto riguarda l'osservazione e la misura empirica dei funzionamenti e delle capacità.

Sen utilizza il concetto di attribuzioni per indicare l'insieme dei panieri alternativi di merci su cui una persona può avere il comando in una società, usando l'insieme dei diritti e delle opportunità. Tale concetto può essere usato per spiegare le morti causate dalle carestie: le modeste attribuzioni di una parte della popolazione espone queste persone ai rischi della carestia benché il paese a cui appartengono possieda risorse alimentari sufficienti a sfamarli.
Il concetto di capacità indica l'abilità di fare cose. Dall'espansione delle capacitazioni dipende per Sen lo sviluppo economico. Le attribuzioni sostanziano le capacità.
L'uso di queste categorie ha spiegato perché l'India è stata capace di combattere le carestie meglio della Cina, che a sua volta si è dimostrata più abile nel combattere la povertà e la fame endemica. In India le opposizioni e la stampa hanno indotto i governi a intervenire per affrontare le carestie, che hanno provocato molti più morti in un paese privo di una opposizione e di una stampa libera qual è la Cina, dove politiche sbagliate non sono state corrette in conseguenza di critiche insistenti. La struttura economica capitalista dell'India d'altra parte ha fatto sí che mancasse qualsiasi tutela per la qualità della vita della popolazione più povera, e mentre in Cina si istituivano ambulatori rurali e la lunghezza della vita aumentava ciò in India non accadeva.
Il merito di Sen è di aver usato nuove categorie, capaci di superare i limiti delle analisi economiche tradizionali.

Grazie agli studi di Sen si viene infatti a delineare un nuovo concetto di sviluppo che si differenzia da quello di crescita. Lo sviluppo economico non coincide più con un aumento del reddito ma con un aumento della qualità della vita. Ed è proprio l'attenzione posta sulla qualità, più che sulla quantità, a caratterizzare gli studi di questo economista.
È stato tuttavia , anche sulla base di dati Fao, un limite di Sen di non aver previsto il cambiamento dello scenario mondiale, che ha portato ad un aumento del prezzo delle derrate agricole e a un accentuarsi del pericolo di una nuova era di carestia.

Mino Taricco utilizza cookies tecnici e di profilazione e consente l'uso di cookies a "terze parti" che permettono di inviarti informazioni inerenti le tue preferenze.
Continuando a navigare accetti l’utilizzo dei cookies, se non desideri riceverli ti invitiamo a non navigare questo sito ulteriormente.

Scopri l'informativa e come negare il consenso. Chiudi
Chiudi
x
Utilizzo dei COOKIES
Nessun dato personale degli utenti viene di proposito acquisito dal sito. Non viene fatto uso di cookies per la trasmissione di informazioni di carattere personale, né sono utilizzati cookies persistenti di alcun tipo, ovvero sistemi per il tracciamento degli utenti. L'uso di cookies di sessione (che non vengono memorizzati in modo persistente sul computer dell'utente e scompaiono, lato client, con la chiusura del browser di navigazione) è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dal server) necessari per consentire l'esplorazione sicura ed efficiente del sito, evitando il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti, e non consente l'acquisizione di dati personali identificativi dell'utente.
L'utilizzo di cookies permanenti è strettamente limitato all'acquisizione di dati statistici relativi all'accesso al sito e/o per mantenere le preferenze dell’utente (lingua, layout, etc.). L'eventuale disabilitazione dei cookies sulla postazione utente non influenza l'interazione con il sito.
Per saperne di più accedi alla pagina dedicata

Individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei cookie.
Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento