APPROVATA LA FIDUCIA CON 453 SI AL PROGRAMMA DEL GOVERNO LETTA
La Camera dei Deputati ha votato oggi la fiducia al Governo Letta .
Non è stato un passaggio semplice, ne naturale . Non è naturale , nell’ordinarietà, pensare di fare un governo politico insieme a coloro di fronte ai quali , negli anni ed anche nell’ultima campagna elettorale , ci si è posti in netta alternativa .
Non è facile neanche se il Governo a cui si va a dare vita è un “governo di servizio”.
Non è facile perché tra le forze che concorreranno a questa proposta ci sono tante diversità, perché l’idea di paese che abbiamo è diversa e perché le priorità nei valori in gioco sono diverse .
Nella situazione in cui eravamo finiti, dopo la campagna elettorale e i risultati che ne sono conseguiti , e dopo le modalità con le quali il Parlamento è arrivato alla riconferma di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, l’attuale proposta di Governo era ed è la migliore soluzione possibile .
Il Paese non reggerebbe, in queste condizioni, una nuova competizione con la stessa legge elettorale, che probabilmente, al di la degli esiti, non garantirebbe maggiore governabilità che nel presente .
Il Paese non reggerebbe il ritrovarsi, tra qualche mese ulteriormente perso, in una paralisi che non potrebbe che aumentare la profondità del solco tra Istituzioni e cittadini .
Per questo ho votato convinto la fiducia al Governo , ma anche perché ho ritenuto giusto riconoscere che l’On. Letta ha saputo fare, pur nelle difficoltà che lo hanno accompagnato, una proposta buona e molto migliore di quella che in tanti si attendevano.
Adesso tutti ci aspettiamo che le speranze e le attese lascino spazio alle “politiche” concrete e diano corpo ai segnali di cambiamento e di inversione di rotta che i cittadini si aspettano.
Adesso ci aspettiamo che prendano avvio le riforme della politica e delle Istituzioni , quelle necessarie alla ripresa economica e relative al rapporto con l’Europa , perché il nostro Paese questo chiede e a questo punto pretende.
Poi dovremo aprire una riflessione profonda in casa PD per capire fino in fondo perché abbiamo “non vinto” le elezioni che sembravano già vinte.
E magari ci aiuteremo a comprendere che i problemi del PD non sono legati alla collocazione troppo a sinistra o troppo al centro , ne al fatto che il mix dei dirigenti di punta veda troppi ex qualcosa o troppi ex qualcos’altro , ma che magari è invece legato al fatto che il nostro partito non abbia saputo farsi interprete primario di quella domanda di cambiamento e di innovazione che il paese a gran voce reclamava.
Un cambiamento nelle relazioni tra Stato e cittadino , nello stile delle Istituzioni , nelle politiche economiche e nella idea di Europa , un cambiamento che sapesse rimettere in moto la speranza e la voglia di fare, e che riaprisse spazio alla fiducia nel domani .
Il PD aveva ed ha tutte le carte in regola e le risorse umane e progettuali , per candidarsi a guidare la risposta a questa domanda, ma ha fatto tanti errori che ne hanno offuscato la credibilità , con scelte sbagliate e scelte che non ha avuto il coraggio di fare, perdendo alla fine troppi consensi .
Dovremo aprire un vero cantiere per il bene del PD e attraverso questi per il bene dell’Italia .
Per intanto auguriamo ad Enrico Letta di poter avviare quel programma che ha così bene illustrato in Parlamento .
E’ un programma ampio ed ambizioso , ma è in gioco il futuro di questo Paese e servirà , ciascuno per la propria parte , il contributo di tutti .
Mino Taricco