APPROVATA LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTASUL FEMMINICIDIO
APPROVATA LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FEMMINICIDIO, NONCHÉ SU OGNI FORMA DI VIOLENZA DI GENERE
(Istituita con deliberazione del Senato della Repubblica del 16 ottobre 2018 e prorogata con deliberazione del Senato della Repubblica del 5 febbraio 2020)
Il lavoro che viene presentato in Aula è durato oltre due anni, ed ha coinvolto professionisti in tutta Italia avvalendosi anche di esperienze maturate con Università del Cile e i spagnole.
In Spagna infatti nel 2004 c'erano dati sulla violenza simili a quelli italiani.
Una donna su tre subisce violenza nel corso della propria vita, l'Istat le stima in 7 milioni in Italia e sempre nel nostro Paese una donna viene uccisa ogni due giorni e mezzo.
Con la Ley orgánica del 2004 in Spagna sono riusciti, attuando una serie di interventi integrati sulla prevenzione, sulla protezione, sulla punizione e sulle politiche, ad abbattere del 50 per cento i numeri della violenza.
Anche nel nostro Paese il finanziamento dei centri per gli uomini autori di violenza, è stato stanziato ed è pari a 1 milione di euro a decorrere da agosto del 2020 e ulteriori 9 milioni sono stati stanziati nella legge di bilancio per il 2022.
Le attività sono fondamentali anche perché rispondono ad un preciso impegno normativo internazionale. La Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa, firmata nel 2011 e ratificata dall'Italia nel 2013, è legge dello Stato. Gli articoli 12 e 16 della Convenzione prevedono che uno degli interventi della strategia integrata di contrasto della violenza di genere sia proprio l'intervento sugli uomini autori di violenza.
E' fondamentale che si intervenga sugli autori della violenza, per poter fermare la violenza sulle donne.
Il lavoro dei centri della rete nazionale è molto buono così come lo è l'ordinamento giuridico.
Se i dati della violenza in Italia sono ancora purtroppo altissimi, l'intervento sugli uomini autori di violenza è in questo quadro un tassello importante della strategia da attuare.
Sappiamo che l'efficacia di questi centri dipende dal rispetto di due principi: la prossimità e la celerità nell'intervento, e affinché possano essere efficaci è necessario che ci siano centri in tutta Italia, in modo tale che gli uomini possano accedervi in maniera spontanea non appena hanno i primi sentori di comportamenti violenti, e affinché possano esservi inviati da tutta la rete antiviolenza, dalle questure a seguito dell'ammonimento, dall'autorità giudiziaria a seguito delle misure cautelari e i condannati debbano e possano partecipare a tali percorsi.
In Italia il fenomeno della violenza è un fenomeno grave, strutturale, pubblico e trasversale.
È grave per i numeri, è strutturale perché si basa su una cultura che tende, prima ancora socialmente che penalmente, a scusare i comportamenti violenti; è trasversale perché può riguardare tutti, non dipende dalla zona geografica, anzi il fenomeno è purtroppo drammaticamente distribuito in modo omogeneo sul territorio nazionale, non riguarda il tipo di formazione dell'uomo violento né il suo lavoro, né il suo reddito, anzi gli uomini autori di violenza molto spesso sono soggetti che funzionano in altre sfere della loro vita, sul lavoro, e nel sociale.
Il ruolo che i centri svolgono nell'ambito della rete nazionale antiviolenza deve essere sostenuto dallo Stato, perché non protegge solo le vittime, ma proteggono tutta la collettività, trasformando il nostro Paese in un Paese libero dalle violenze.
Oggi solo il 10 per cento delle donne denuncia la violenza e perché per lo più subiscono in silenzio.
In una delle ultime relazioni che la Commissione ha elaborato, sono stati analizzati i fascicoli delle procure da cui è emerso che negli ultimi due anni di femminicidi il 65 per cento delle donne uccise in quei due anni non aveva parlato con nessuno della propria situazione.
La relazione presentata oggi affronta i temi più spinosi: volontarietà, obbligatorietà dei percorsi, pubblico-privato e finanziamento, perché servono più risorse.
I Paesi che sono più su queste tematiche hanno avuto risultati importanti dimostrando che le risorse investite nella lotta alla violenza sono soprattutto quelle destinate ai centri antiviolenza e anche ai centri di recupero degli uomini maltrattanti, ma soprattutto a grandi e straordinarie campagne di sensibilizzazione.
E' innanzi tutto una battaglia culturale, a cui oggi si sono date gambe chiedendo a tutti ed in particolare agli uomini un salto di qualità.