APPROVATA LA RELAZIONE SULLA GIUSTIZIA

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha presentato questa mattina in Aula al Senato la relazione sull'amministrazione della giustizia. Nell'ampia relazione sono stati elencati i tanti provvedimenti messi in campo in questo anno di governo.

Tra gli obiettivi perseguiti la necessità di riportare i tempi della giustizia verso una minore durata come peraltro prevedono la Costituzione e l'Unione Europea. “I processi troppo lunghi sono una sconfitta per tutti, per gli indagati e per gli imputati, che subiscono oltre il necessario la pena del processo e il connesso effetto di stigmatizzazione sociale. Per i condannati, che si trovano a dover eseguire una pena a distanza di tempo, quando ben possono essere persone diverse da quelle che hanno commesso il reato. Per gli innocenti, che hanno ingiustamente subito oltre misura il peso di un processo che può aver distrutto relazioni personali e professionali. E soprattutto per le vittime e per la società, che non ottengono in tempi ragionevoli un accertamento di fatti ed eventuali responsabilità, come è doveroso in un sistema di giustizia che aspiri ad assicurare la necessaria coesione sociale".
Ha poi ricordato che per perseguire questi obiettivi servono maggiori risorse, spazi adeguati e maggiori risorse umane. 

Ha ricordato le riforme già fatte, penale e civile, e pur in un contesto straordinario in cui sono nate sono uno grandissimo passo nell'interesse del Paese. 
Ha poi ricordato la necessità della riforma del Csm peraltro sollecitata più volte anche dal presidente della Repubblica e del CSM  Sergio Mattarella. 

Partendo dalla considerazione che il 2021 è stato un anno di emergenze continue, ha comunque ringraziato il Parlamento per la collaborazione, nella consapevolezza che sono ancora troppe le emergenze aperte, dalla corruzione che mina la fiducia dei cittadini, alla riforma dell'ergastolo ostativo con la riforma della legge sull'ordinamento penitenziario “nel rispetto dei principi costituzionali e salvaguardando le specificità e le esigenze del contrasto soprattutto alla mafia e alla criminalità organizzata in generale".

Dagli ancora troppi femminicidi, alle troppe violenze su donne e su bambini, alla violenza e all’inaccettabile  sovraffollamento nelle carceri, con già ben 5 suicidi nel 2022, e ancora la digitalizzazione,  la cui qualità "condiziona già oggi e condizionerà sempre di più la qualità della risposta dei servizi della giustizia, e la sua tempestività". 

Un importante percorso di riforme con la consapevolezza che queste incidono direttamente sulla solidità economica del Paese. Al di la dei risarcimenti connessi ai ritardi nella giustizia che ammontano comunque a centinaia di milioni , uno studio di Banca d'Italia stima che la riduzione della durata dei processi di circa il 15% porti all' aumento di almeno mezzo punto percentuale del PIL.  E inoltre la maggiore efficienza del sistema giudiziario stimola gli investimenti interni ed esterni e indirettamente migliora le condizioni di finanziamento per famiglie e imprese. 

In allegato l’intervento integrale della Ministra che aiuta a cogliere la portata del lavoro svolto.


  Scarica allegato 1

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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