APPROVATE ALCUNE MOZIONI DI INDIRIZZO AL GOVERNO.

Questa settimana in Senato oltre ai lavori in Commissione che per quel che ci riguarda hanno visto in Agricoltura il proseguimento dell’attività ordinaria e delle audizioni sui vari provvedimenti, ed in ultimo approvare in via definitiva e mandare in Aula il DDL sull’agricoltura biologica, in Aula sono state discusse ed approvate alcune mozioni di indirizzo al Governo. 

L’emergenza Covid-19 ha reso maggiormente evidente che soprattutto per i malati oncologici persiste una grave e inaccettabile diseguaglianza territoriale, e conseguentemente la presa in carico dei pazienti purtroppo non è omogenea. 
La mancata integrazione tra ospedale e territorio rappresenta ancora oggi uno dei più grandi deficit organizzativi del Servizio sanitario nazionale, ed ha reso evidente la necessità di un piano nazionale unico; anche alla luce del fatto che la stessa Europa sta predisponendo un piano unico oncologico. 
E sempre più evidente e necessario che i professionisti possano avere riferimenti e linee guida univoche e chiare, e gli strumenti per poterle attuare sono essenziali e fondamentali, perché consente loro di attuare la presa in carico dei pazienti, adottando iniziative che possano potenziare l'assistenza oncologica, in particolar modo domiciliare. 
Durante l'emergenza Covid l'assistenza domiciliare è stata penalizzata, spesso purtroppo anche per mancanza di personale, e con questo atto di indirizzo si vuole porre attenzione anche a tale fatto. Così come è necessaria l'adozione di iniziative volte a garantire anche il sostegno psicologico, come previsto nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) ai malati oncologici con linee omogenee per tutto il territorio nazionale.

Il Piano nazionale dei vaccini dà precise indicazioni, che peraltro sono state ultimamente aggiornate  sulle categorie da vaccinare, purtroppo, come anche emerso da inchieste giornalistiche e della magistratura, non sempre rispettate, e purtroppo con sistemi informativi hanno avuto problemi e con conseguenze anche di patologie che non sono state inserite per mancanza di dati informatizzati. 
Il commissario straordinario nella sua verifica dei punti vaccinali del territorio nazionale ha trovato molte eccellenze, a riprova che si può fare, e che organizzare bene le strutture e il personale è possibile. 
Sul tema della mancanza delle dosi di vaccini che purtroppo ha saltuariamente caratterizzato le attività di questo periodo, è necessario riconoscere che l'Europa ha svolto con tutti i suoi limiti una ruolo fondamentale e non è neanche lontanamente pensabile cosa avrebbe potuto essere se in questo momento fossimo stati da soli come Paese a confrontarci e a lottare con gli altri Stati per avere le dosi. 
Potremo poi verificare se il tema dei contratti poteva o doveva essere gestito diversamente ma è indubbio che si ponga adesso la necessità d una seria riflessione sulla possibilità di un accordo a livello mondiale per sospendere i brevetti e i diritti di proprietà ed aumentare la capacità produttiva dei vaccini, per sconfiggere la pandemia definitivamente. 
Un dato è allo stato assolutamente evidente: mai sulla sanità l'Europa era mai arrivata ad una capacità, con tutti gli Stati membri, di camminare tutti insieme, e allo stesso modo dovremo procedere in modo unitario anche all'individuazione dei certificati verdi, per poter tornare a circolare su tutto il territorio europeo.

L’emergenza Covid ci ha fatto dire sovente in questi mesi che dopo niente sarà più come prima.
Questo però dipenderà anche dalla nostra capacità di leggere in modo nuovo e più consapevole la realtà intorno a noi, soprattutto in merito a tanti temi che abbiamo riscoperto come essenziali, come la salute e la sostenibilità ambientale. 
L'Europa si è data, con grande coraggio, degli obiettivi ambiziosi di cambiamento, ed il “Recovery plan” non è soltanto una grande iniezione di risorse, ma è un piano ambizioso di trasformazione dell'economia, del sistema produttivo dell'Europa e sarà fondamentale per questo individuare i settori strategici. 
Il settore siderurgico per l'Europa è assolutamente decisivo proprio perché sono venute a crearsi delle nuove condizioni, ad esempio l'industria automobilistica ha fatto dei cambiamenti, delle fusioni, ha fatto dei passi di avanzamento importanti, con tutto quello che ne consegue. 
Le filiere legate all'acciaio sono assolutamente importanti per il nostro continente e sono legate, come è stato anche detto, a produzioni di grande qualità.
Nel mondo ci sono delle grandi disomogeneità dal punto di vista produttivo e alcune aree, alcuni Paesi con grande capacità produttiva hanno applicato un vero e proprio dumping producendo anche in assenza del rispetto di criteri minimi di sostenibilità ambientale e sociale. 
Di fronte a tali disomogeneità, noi dobbiamo fare delle scelte strategiche come Unione europea e sicuramente in queste il settore dell'acciaio non può essere ignorato. L’Europa non può rischiare di dover affrontare altre stagioni critiche e di investimenti senza essersi chiarita su quali sono i settori strategici sui quali investire perché siano messi in sicurezza. 
Tutti i settori strategici hanno necessità di scelte significative da parte dei governi , ci sono delle trasformazioni che non possono essere lasciate semplicemente al mercato, ed anche per questo va  valutata la eventuale estensione del golden power al settore siderurgico, anche perché se riteniamo  che il settore siderurgico sia strategico dobbiamo mettere in campo le risorse ed azioni che diano il rango di settore strategico alla siderurgia. 

Da quasi quindici mesi Patrick Zaki, studente e ricercatore dell'Università di Bologna, attivista per i diritti umani, è imprigionato nelle carceri egiziane per la sola colpa delle sue idee. 
Dal 7 febbraio 2020 è sottoposto ripetutamente, senza prove e senza processo, a quella che viene chiamata detenzione preventiva, ma che è a tutti gli effetti una detenzione arbitraria e una violazione dei diritti umani.
Da informazioni di stampa e dai suoi legali sappiamo che Patrick è stato picchiato e torturato con scariche elettriche.
Le accuse contro di lui appaiono pretestuose e sappiamo che come lui sono migliaia i "prigionieri di coscienza" (come vengono definiti dalle organizzazioni umanitarie) che sono stati incarcerati in Egitto negli ultimi anni (avvocati, intellettuali, cittadini comuni). La detenzione prolungata è una tecnica intimidatoria che vuole cancellare e far dimenticare vite, storie, volti, nomi, rivendicazioni.
Patrick Zaki è tra le centinaia di ragazzi di tutto il mondo che partecipano al bando per la borsa di studio europea Erasmus Mundus, è tra i pochissimi a vincerla e per questo arriva a Bologna. Zaki ha scelto l'Europa e ha scelto l'Italia, dove studiare e poter essere libero di esprimere le proprie idee e le proprie convinzioni; è diventato parte di qualcosa di universale, la comunità studentesca e universitaria.
In una lettera alla madre scriveva:”Voglio mandare il mio amore ai miei compagni di classe e agli amici di Bologna. Mi mancano la mia casa, le strade, l'università”. 
La reclusione e la sorte di Zaki ha reso se possibile più profonda la memoria della ferita del sequestro, della tortura, dell'omicidio di Giulio Regeni. 
In Italia molti Comuni si sono attivati per conferirgli la cittadinanza onoraria, come già hanno fatto le città di Bologna e di Milano e la conferenza dei rettori delle università ne ha chiesto formalmente l'immediata liberazione; e oltre 200.000 cittadini hanno firmato la petizione sostenuta da molte associazioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana.
L'impegno del Governo per la cittadinanza a Zaki è quello che con questa mozione si richiede.

Anche per questo l’immagine di oggi in Senato della senatrice a vita Liliana Segre, che in questa giornata è stata anche chiamata a presiedere la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenzapresente in Aula per il voto sulla mozione per la concessione della cittadinanza a Patrick Zaki. è fortemente simbolica:  una signora di 91 anni, una testimone preziosa dell’orrore dell’Olocausto, che non ha voluto che quella Mozione fosse approvata senza il suo voto, anche per ricordarci che di fronte ai diritti umani non possono esistere ragioni di real politik a frenare. 


Il 3 febbraio 2021 esattamente 150 anni fa Roma veniva proclamata capitale del Regno d'Italia. 
L'anniversario dei centocinquant'anni con la vicenda della pandemia è passato un po' in sordina, ma pone una questione importante che è il tema dello status e dei finanziamenti della capitale d'Italia. 
Qualunque iniziativa a Roma rende evidente, che si tratti di una manifestazione di protesta o di una iniziativa di rappresentanza, che la capitale d'Italia ha un ruolo del tutto peculiare che somma almeno tre grandi ruoli: capoluogo del Lazio, capitale d'Italia, capitale mondiale della cristianità.

Il tema delle sanzioni, e non solo nei confronti di Cuba, è stato posto all'attenzione degli organi di stampa nel momento in cui il Movimento dei Paesi non allineati, al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, ha sollevato la questione delle sanzioni come strumento generale, applicato in maniera non proporzionale rispetto alle questioni e ai casi internazionali da affrontare.
Un ragionamento serio sul sistema delle sanzioni è assolutamente necessario. 
La Commissione affari esteri, emigrazione, accompagnando il lavoro che si sta facendo a livello europeo, ha già prodotto un documento, secondo cui le sanzioni devono essere proporzionate, selettive e mirate, incidendo su settori che non vadano a colpire i diritti essenziali di un popolo, come gli aiuti umanitari e le forniture di prima necessità, dai generi alimentari fino alle medicine e alle forniture mediche, ed abbiamo visto cosa ciò possa voler dire durante questa pandemia.
Il tema era particolarmente sentito anche perché nei giorni scorsi era stata fatta circolare ad arte che l’Italia avrebbe votato contro la richiesta di eliminare il decennale embargo unilaterale (Usa) contro Cuba tradendo lo sforzo dei medici cubani che ci hanno aiutato durante la prima fase della pandemia.
Era una iniziativa  presentata da Cina e Stato di Palestina contro lo strumento dell’embargo come strumento di pressione in generale, ed è stata approvata per 30 voti contro 15 e 2 astenuti. Una Mozione tutta motivata dai rapporti tesi, per via delle violazioni dei diritti della Cina, e delle ritorsioni conseguenti, che hanno coinvolto diversi uomini di affari cinesi, e nella quale non si parlava assolutamente di Cuba.

Con Cuba da anni, il nostro Paese e la UE hanno relazioni bilaterali molto forti, con accordi di collaborazione in campo economico, sociale, culturale, politico e diplomatico. 
Siamo molto grati anche al popolo cubano, e ai medici e agli operatori sanitari venuti nella situazione di emergenza in aiuto del nostro paese. 

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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