APPROVATO IL DDL SUL CONFLITTO DI INTERESSI
Venerdì 26 Febbraio 2016
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Provvedimenti
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Istituzioni
Approvato alla Camera il ddl sul conflitto di interessi con 218 voti favorevoli, 94 no, 8 astenuti. Il testo passa ora all'esame del Senato.
Numerose le modifiche apportate da Commissione e Assemblea alla proposta di legge che abroga la Frattini che era assolutamente insufficiente, e introduce il concetto di conflitto di interessi preventivo.
Destinatari delle norme sono presidente del Consiglio, vicepresidenti, ministri, viceministri, sottosegretari, commissari straordinari di governo, membri delle Authority e degli organi di vertice della Banca d’Italia, presidenti delle Regioni e delle Province autonome e componenti delle rispettive Giunte, parlamentari italiani e consiglieri regionali.
Finalmente abbiamo chiuso in modo adeguato una questione aperta da più di vent’anni. Questa legge sul conflitto d’interessi tutela la trasparenza delle istituzioni e l’interesse generale. I titolari delle cariche di governo non possono contemporaneamente ricoprire altri uffici pubblici, ad eccezione di quello di parlamentare, così come qualunque impiego pubblico o privato, o lavoro autonomo o attività imprenditoriali, anche per interposta persona o attraverso società fiduciarie. Ora è il turno del Senato, l'approvazione rapida della legge sarà un fatto importante per confermare la qualità delle nostre istituzioni.
La normativa approvata finalmente introduce concetti chiave per la gestione dei conflitti d’interesse: l’astensione, per cui il titolare di una carica di governo nazionale è obbligato ad astenersi dall’esercizio delle sue funzioni e non prendere decisioni, adottare atti o partecipare a deliberazioni tali da produrre, nel patrimonio dello stesso, del coniuge, del convivente o dei parenti entro il secondo grado, un vantaggio; il blind trust, attivo quando il titolare della carica di governo nazionale possiede (anche per interposta persona o tramite società fiduciarie) partecipazioni nei settori difesa, energia, credito, opere pubbliche, comunicazioni, editoria, pubblicità, servizi pubblici, oppure quando il titolare della carica, per la concentrazione di interessi patrimoniali e finanziari nel medesimo settore di mercato, può trovarsi condizionato nell’esercizio delle funzioni pubbliche. In questi casi, le soluzioni sono il contratto di gestione o l’obbligo di vendita, o in estrema ratio, le dimissioni.
Altre le norme importanti: l’obbligo di dichiarazione entro venti giorni dall’assunzione dell’incarico di governo per valutare l’esistenza di eventuali conflitti di interessi; le sanzioni da un minimo di 5.000 ad un massimo di 50.000 euro qualora non siano rispettati i termini per la presentazione delle dichiarazioni; l’ineleggibilità per coloro che abbiano la titolarità o il controllo di imprese.
Autorità garante sarà l’Antitrust, chiamata ad attuare le norme previste dalla legge sul conflitto di interessi. Composta da cinque membri, tre eletti dalla Camera e due dal Senato, rispettando il principio dell’equilibrio di genere, scelti nell’ambito di elenchi rispettivamente di 12 e 8 componenti individuato dalle competenti commissioni dei due rami del Parlamento sulla base dei curricula pervenuti. Al suo interno dovrà poi eleggere il presidente. Possono farne parte persone di dichiarata indipendenza e di specifiche competenze e professionalità, da individuarsi tra professori universitari ordinari in materie giuridiche ed economiche, magistrati delle giurisdizioni superiori ordinarie, amministrative e contabili, avvocati dello Stato, avvocati e commercialisti dopo quindici anni di esercizio della professione nonché tra altre personalità provenienti da settori economici dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza. L’Autorità competente per l’applicazione della legge nei confronti dei membri dell’Antitrust sarà l’Autorità nazionale anticorruzione.
Ho avuto modo di affermare in più occasioni la mia convinzione che i conflitti d’interesse vadano superati e che tutte le scelte debbano mirare a non generarli. Quando sono stato eletto nel mio ruolo istitutzionale, ero attivo sul territorio a vario titolo, con cariche in Consorzi, associazioni, enti locali, ed ho prontamente rassegnato le dimissioni da tutte le cariche, proprio per evitare commistioni e conflitti nello svolgimento della mia attività istituzionale. Ritengo infatti che un servizio per la comunità, debba essere per la comunità tutta, nel suo complesso, e non per una sua parte, dichiarata o celata. Questa legge permette di regolare in modo equilibrato, chiaro ed esplicito le modalità di azione quando si ricoprono ruoli istituzionale e di governo.
Qui in allegato una scheda sul Ddl.