APPROVATO IL DEF
Il DEF (Documento di Economia e Finanza) è un documento che va presentato dal Governo al Parlamento entro il 10 aprile di ogni anno (prima il termine era il 30 giugno). E’ il principale strumento di analisi e di programmazione economico-finanziaria per il Paese. La sua importanza è tale anche perché ha un orizzonte temporale di almeno tre anni. Le analisi e gli obiettivi di bilancio fissati nel DEL sono il presupposto per le successive decisioni del Governo, e sono la premessa alla Legge di stabilità che sarà varata nel mese di ottobre.
Il Def 2014 come ha detto il Presidente del Consiglio ha un approccio prudente e stima la crescita del Pil allo 0,8%, quindi inferiore a quella prevista del precedente Governo.
Il deficit è valutato nel limite Ue del 3% mentre il debito pubblico schizzerà quest’anno al record assoluto del 134,9% del Pil ( 133,2 a settembre). La dinamica del debito è in larga parte dovuta al contributo italiano al Fondo salva-stati, alla restituzione dei debiti della PA e soprattutto al fatto che il PIL non cresce nemmeno a livello nominale.
Nel DEF viene confermato lo sconto Irpef per chi ha guadagna fino a 25.000 euro lordi annui, gli 80 euro mensili ed è prevista anche una soluzione per i cosiddetti incapienti.
Il corrispondente Decreto è previsto tra 10 giorni. L’operazione sulle buste paga costerà a regime 10 miliardi e per quest’anno varrà 6,7 ( da maggio).
Sul fronte delle entrate oltre un miliardo arriverà dal sistema bancario attraverso un aumento delle tasse sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia, che dal 12% potrebbe essere raddoppiata o quasi.
I tagli del commissario Cottarelli contribuiranno nel 2014 per 4,5 miliardi, che dovrebbero però salire a 17 miliardi nel 2015 e 32 l’anno successivo.
In arrivo anche la riduzione dell’Irap per le imprese che per il 2014 sarà del 5%, mentre a regime sarà del 10%, finanziato con un aumento delle tasse sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%.
Oltre alle misure di copertura per il taglio Irpef, il decreto di venerdì 18 interverrà sugli stipendi di manager e dirigenti pubblici, con un tetto massimo pari a 238.000 euro l’anno (compenso del Presidente della Repubblica) per i vertici, e riduzioni a cascata per tutte le figure di responsabilità.
In allegato il sito del MEF con il testo integrale e gli allegati
ed i pdf dei due documenti centrali