APPROVATO IL JOBS ACT ALLA CAMERA
Durante la seduta di oggi 25 novembre 2014 alla Camera dei Deputati abbiamo approvato, con 316 i voti favorevoli, 5 astenuti e 6 i contrari, il Jobs Act, il disegno di legge delega sul lavoro, permettendone il ritorno al Senato dove dovrà ricevere il via libera definitivo.
Il provvedimento contiene una serie di deleghe al Governo, ed i criteri per orientare i decreti in materia di semplificazione delle forme contrattuali di lavoro, di ammortizzatori sociali, di strumenti e politiche per l’occupazione e di conciliazione.
Alcune delle linee guida introdotte dalla legge sono di fondamentale importanza : da una parte l’opera di modernizzazione del settore lavorativo, con la complessiva riorganizzazione delle forme contrattuali esistenti e la semplificazione delle procedure, e dall’altra la tutela delle fasce più deboli, con una nuova disciplina degli ammortizzatori sociali e la previsione di strumenti e percorsi di accompagnamento e di riqualificazione per chi ha perso la propria occupazione.
Il settore del lavoro è profondamente mutato durante gli ultimi anni, nelle sue dinamiche interne, nei suoi protagonisti e nelle problematiche connesse. Per questi motivi, se vogliamo allinearlo con i cambiamenti avvenuti e rimediare ai molti punti critici che ostacolano le imprese e i lavoratori, dobbiamo intervenire e riformarne gli aspetti che non riescono più a fornire risposte adeguate alle esigenze attuali.
In un contesto nel quale vi sono lavori che spariscono ed altri evolvono in forme nuove, non si può più solamente difendere i posti di lavoro, ma ci si deve dotare di strumenti per accompagnare e difendere i lavoratori, nella formazione e nella riqualificazione, e nella ricerca di nuove opportunità di lavoro.
Il Jobs Act cerca proprio di muoversi in questa direzione, prospettando una semplificazione e modificazione dei molti tipi di contratto esistenti, l’introduzione, per i neoassunti, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e l’elevazione dello stesso contratto a tempo indeterminato a modalità comune di rapporto lavorativo. Tra i princìpi direttivi, poi, una rimodulazione dell’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), la creazione di meccanismi di inserimento nel mondo del lavoro per i disoccupati e, infine, l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione.
Vorrei poi segnalare, tra le novità introdotte da questa seconda approvazione, oltre la conferma del reintegro per i licenziamenti discriminatori, il diritto al reintegro anche per quelli disciplinari ingiusti e il ricorso a un indennizzo crescente per i licenziamenti economici.
Una buona norma che va letta nell’insieme, contratti, ammortizzatori, conciliazione, strumenti e che deve essere letta per le risposte verso i lavoratori, verso i giovani e verso chi perde il lavoro.
L’ambizione è di poterne avviare l’applicazione a partire da gennaio con l’approvazione dei Decreti legislativi in tempi rapidi. Un lavoro da fare presto e bene.
Il testo della Legge delega torna ora al Senato. In tema di lavoro e occupazione, il Parlamento aveva già approvato il 15 maggio il cosiddetto “Decreto Poletti”.