APPROVATO IL SALVAMARE

Il Senato ha approvato definitivamente in quarta lettura la “legge Salvamare”, concludendo così l’iter iniziato già nel 2018. 

I pescatori e associazioni di settore, infatti, potranno raccogliere e portare a riva i rifiuti e conferirli in appositi spazi predisposti nei porti italiani, mettendo fine a una grande giustizia: finora chi portava rifiuti a riva rischiava di essere sanzionato o di pagare come se li avesse prodotti a bordo.
Considerando che i rifiuti plastici che finiscono in mare si scompongono in parti sempre più piccole che vengono ingerite dai pesci entrando nella catena alimentare, si tratta di un’arma in più a tutela di ambiente e salute. Vista l’importanza dei comportamenti corretti da parte di noi cittadini, il testo prevedere anche attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale nelle scuole.

La legge Salvamare ha infatti come obiettivo quello di porre fine a un’assurdità normativa, quella per cui i pescatori che raccolgono i rifiuti (finora classificati come speciali) finiti nelle loro reti ne diventano produttori, assumendosene gli oneri economici e giuridici. Attualmente, la normativa nazionale prevede infatti che un pescatore che raccoglie questi rifiuti con le reti ne diventa poi responsabile, e ne debba dunque pagare lo smaltimento, se vuole riportarli a terra anziché lasciarli a inquinare il mare.

Sotto questo profilo, le iniziative di  fishing for litter  già condotte con successo lungo le nostre coste offrono già dati importanti sulle possibili modalità di gestione di questi rifiuti marini.
Dei rifiuti raccolti con questa modalità lungo il litorale laziale, ad esempio, il 34% è costituito da imballaggi in plastica (8% bottiglie, 8% film, 1% polistirolo, 17% altri imballaggi) mentre il restante 66% è costituito da residui organici, reti da pesca e da cantiere, stracci e corde in canapa e altri materiali; una volta raccolto, quel 34% di rifiuti è stato tutto avviato a riciclo o a recupero energetico. 

Quello che abbiamo compiuto oggi è un passo grandissimo nella lotta all’inquinamento da rifiuti e, in particolare, da plastica, visto che il Mar Mediterraneo è tra le aree con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo, e unito all’educazione ambientale e alle attività di sensibilizzazione nelle scuole e tra i cittadini, e da un adeguato supporto alla filiera di raccolta a terra, può innescare quel cambiamento e quella svolta nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione anche in questo campo di una vera economia circolare.

Per maggiori informazioni il Dossier dell'Ufficio Studi del Parlamento 
ed in allegato le schede di lettura dell'ultima lettura alla Camera.


  Scarica allegato 1

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