A MARGINE DEL 27 GENNAIO
Ho letto stamattina la notizia di una scuola nella quale, in un tema sull'Olocausto, uno studente ha ridotto lo svolgimento ad un: “so tutt mort abbruciat”.
Non voglio giudicare nello specifico il fatto in oggetto, anche perché non ne conosco contesto e dettagli, ma anche questo, insieme a tanti altri, ha purtroppo dato concretezza a ciò su cui la Senatrice Liliana Segre cercava di metterci in guardia nei giorni scorsi richiamandoci ai rischi connessi all'oblio della memoria.
Ogni fatto in sé potrebbe sempre avere mille interpretazioni, che noi non possiamo avere la presunzione di conoscere in profondità, ma il tentativo di banalizzare, di volgere in ironia e battute, di giustificare, il tentativo di considerare lontani e non più capaci di parlare ai nostri giorni quel che accadde, è esperienza che facciamo tutti sempre più frequentemente, e la situazione attuale nel nostro paese, con persone con alti incarichi istituzionali che minimizzano questi temi, o che tentano di anestetizzarli riducendoli a semplici fatti astoricamente collocati nel passato, e di altre che tentano di usare ciò che è accaduto in funzione di lotta politica quotidiana spicciola, sicuramente non aiutano a produrre vera memoria condivisa.
Viviamo una stagione nella quale vi sono tante ricchezze ma anche una straordinaria emergenza culturale e spirituale, che unita ad una sovrabbondanza di cinismo, rischia di creare il substrato ideale per rendere vane le lezioni che la storia è impegnata a prestarci.
Per questo è fondamentale l'impegno di tutti coloro che ne hanno consapevolezza, e non solo nel “giorno della memoria”, con i nostri comportamenti, con le idee che esprimiamo, con le scelte che facciamo, per porre a dimora semi di memoria e di speranza, affinché nei rapporti con l'altro, chiunque sia, il rispetto, l'apertura, la dignità, siano protagonisti.