A Mino Taricco assegnato il premio Santalbanese fuori le Mura 2017'

Di seguito il testo dell'intervista uscita su La Fedeltà

Da anni (quasi) regolarmente è presente all’inaugurazione della Fiera di Sant'Albano, perché anche se dopo 31 anni di residenza nel 2014 si è trasferito a Manta, Sant'Albano è un paese a cui resta affezionato e che porta sempre nel cuore. 
Domenica 12 marzo l’Amministrazione gli conferirà  il Premio fuori le mura “quale tangibile segno per la sua prestigiosa carriera politica che l’ha condotto la Parlamento italiano e che rappresenta per tutta la nostra comunità un motivo di grande onore e prestigio e perché nel tempo resti il riconoscimento dell’Amministrazione comunale, quale testimonianza di benemerenza.”
Naturalmente parliamo di Mino Taricco, lo abbiamo contattato per una intervista prima del “grande giorno” a cui ha aderito con grande disponibilità  nonostante i sui molteplici impegni.

Finora ha consegnato diversi premi ai cittadini “meritevoli, oggi è lei l’uomo dell’anno; per Sant’Albano un premio prestigioso assegnato a personaggi illustri: Audetto della Formunal 1, il generale Abrate… Cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?
E un onore straordinario, e quando mi è stato comunicato ho provato una sincera gioia. In questi anni ho ricevuto molti riconoscimenti, che sono comunque sempre un dono grandissimo, che mi spinge continuamente a mettermi in discussione e a spronarmi ad un impegno sempre maggiore, ma a casa tua , e Sant’Albano per me lo è, è una cosa diversa , una emozione assolutamente unica di cui sono veramente commosso e grato.
 
Sant’Albano la sente “un suo cittadino”, ripercorrendo la sua storia, cosa le ha dato questa città?
Mi ha dato tantissimo, innanzi tutto mi ha accolto facendomi sentire a casa da subito nel lontano 1983. Mi ricordo quella stagione quanto, venendo da fuori, ero timoroso ed invece mi fu data subito la possibilità di mettermi in gioco, di fare esperienze in tantissimi ambiti che mi hanno fatto crescere ed arricchire molto. Ricordo con piacere la stagione dei campionati di calcio, dell’impegno in parrocchia con la nascita dell’oratorio, con la casa di riposo, nelle battaglie ambientali, nell’Amministrazione comunale, ma credo che mi abbia dato tanto anche in termini di relazioni interpersonali,  di amicizie: in un concetto, nella possibilità di sentirmi realmente a casa, e questo ti rimane nel cuore. Poi lì sono nate le mie prime esperienze professionali, sia nell’azienda agricola sia nei miei impegni seguenti, insomma lì sono sicuramente molte delle mie radici.
 
I piccoli Comuni faticano a causa dei tagli statali, da parlamentare cosa risponde?
Gli anni che abbiamo alle spalle sono stati difficili per il Paese: Dopo la crisi degli anni 2009-2011 l’Italia ha dovuto affrontare una situazione drammatica e dal 2012 si è dovuto intervenire con interventi che hanno colpito tutti i livelli istituzionali, Stato, singoli Ministeri, Regioni, Provincie e Comuni con una riduzione di spesa pubblica che ha rasentato i 50 miliardi di spesa l’anno, e tutto questo ovviamente ha molto penalizzato soprattutto i piccoli comuni.
Da due anni a questa parte si è avviato un percorso che mira all’allentamento dei vincoli di spesa e che ha portato al graduale superamento del patto di stabilità, anche con misure puntuali per i piccoli comuni, e a nuovi investimenti pubblici in settori strategici per le comunità. Sarà un processo graduale che deve necessariamente fare i conti con l’andamento dell’economia, che faticosamente si sta rimettendo in moto. Sono fiducioso che il percorso avviato possa riportare maggiori spazi di manovra alle nostre piccole comunità. 
  
In cosa può investire Sant’Albano per crescere e emergere?
Credo una comunità non abbia bisogno di emergere, ma di valorizzare al meglio le proprie opportunità e potenzialità, e che Sant’Albano faccia bene a investire sia nel consolidamento e nella promozione delle proprie produzioni e del territorio, sia da un punto di vista della qualità della vita della comunità. Alcune novità degli ultimi anni, in particolare i ritrovamenti longobardi e l’oasi naturalistico-ornitologica poi possono diventare una nuova pista su cui lavorare.  
 
Durante un’intervista a La Stampa prima delle elezioni del 2013 tra le priorità del Pd al Governo dichiarava “I governi Berlusconi hanno massacrato alcuni settori come Sanità, Assistenza, Scuola e trasporti pubblici. Monti ha fatto pochissimo per rimediare”.
I voucher, il Jobs act , la buona scuola…. di Renzi non hanno continuato le politiche precedenti?
Assolutamente no. Il senso di marcia è stato totalmente invertito. Nel merito, per venire ai temi da lei posti, il fondo sanitario nazionale è cresciuto in sei anni di sette miliardi di euro arrivando a 113 miliardi ed il Fondo sociale e quello per le non autosufficienze, che erano stati praticamente azzerati nella stagione Berlusconi, sono stati portati a 350 milioni l’anno il primo e a 500 il secondo. Quanto alla scuola, sono sicuramente stati fatti moltissimi errori nella gestione della riforma, su cui però servirebbe più tempo per entrare nel merito, credo però che da decenni non sia stato fatto un investimento in questo settore di proporzioni comparabili con quello fatto in questa legislatura, cito solo i 3 miliardi di euro investiti in stabilizzazione del personale e circa 1,5 miliardi in edilizia scolastica. Quanto al Fondo TPL, esso è per legge alimentato da una quota di compartecipazione dal gettito delle accise sul gasolio per autotrazione e sulla benzina, e nel corso del 2016 in accordo con le Regioni detto Fondo è stato incrementato. So che rischio di rubare troppo spazio e quindi dirò solo che su voucher e Jobs act si è scritto e parlato molto superficialmente e troppo per contrapposizioni ideologiche. Sicuramente  i primi sono da correggere ma non da cancellare anche perché nati per rispondere ad esigenze precise, e la seconda riforma è da completare, soprattutto per le politiche attive del lavoro. Ma è un dato che dei circa 1,3 milioni di posti di lavoro che avevamo perso durante la crisi, circa seicentomila siano stati recuperati e la gran parte con posti di lavoro a tempo indeterminato. C’è tanto da fare e anche da correggere, ma credo sarebbe utile anche riconoscere ciò che è già stato fatto.

Come vive lo strappo che si è consumata in queste settimane nel Pd?
Resta un fedele di Renzi?
Credo che la fedeltà in politica non si attagli alle persone, ma agli ideali ed ai convincimenti profondi su cui poggiano le scelte. Nel mio percorso ho cercato di essere fedele alla mia terra ed alla sua comunità, che sono sempre state e sono la ragione del mio impegno. Alle persone invece ho sempre offerto lealtà, che è una cosa diversa. Nel merito poi anche in questo congresso e nelle prossime primarie  sosterrò Matteo Renzi, che credo possa essere ancora una risorsa importante per il Paese. 
Quanto allo strappo occorso, ovviamente ho provato e provo immensa tristezza e amarezza, credo sia stato un errore che non fa bene ne a chi se né è andato né al  Partito Democratico in quanto tale, perché rompe un percorso di composizione complesso, ma anche molto ricco. Spero comunque non verranno meno le possibilità di collaborazione in futuro, anche perché il pericolo che  vedo all’orizzonte sono i populismi crescenti che amplificano le paure, usandole per carpire consenso, e non solo in Italia, con visioni e comportamenti che fanno venire alla mente fascismi striscianti, dei quali abbiamo già conosciuto gli esiti funesti, in altre stagioni. 
 
Il ricordo o il successo più bello della sua vita
Il ricordo più bello della mia vita è sicuramente il giorno del mio matrimonio con Francesca, mia moglie, ed i giorni della nascita e del battesimo dei miei figli Pietro e Giulia.  E’ lì che si è giocata la qualità della mia vita! Dopo di che cogliendo il senso della sua domanda, che credo si riferisca all’ambito professionale e nello specifico del mio impegno istituzionale, il giorno più bello è stata probabilmente l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica, così come uno dei più neri è stata la mancata elezione di Romano Prodi. Ma in realtà, le soddisfazioni più belle sono i tanti momenti nei quali si riescono a risolvere alcuni dei tanti problemi,  o a dare gambe a qualche opportunità, su cui la nostra terra o le nostre comunità ci chiamano all’impegno.

Il rammarico per qualcosa che non è riuscito
Sul piano generale sono tante le cose che non sono e non siamo ancora riusciti a completare, dagli investimenti infrastrutturali per la viabilità, alle grandi arterie del cicloturismo, a misure per la lotta alla povertà che siano veramente incisive, e tante altre cose, su cui però stiamo lavorando e su cui, anche in questi giorni, stanno arrivando  risposte importanti. Sul piano personale nessun rammarico, ho ricevuto molto di più di ciò che umanamente avrei potuto chiedere, e sono consapevole che poter servire il paese e la mia comunità, come a me è stato concesso di fare, oltre che essere una responsabilità ed un impegno, è anche un privilegio di cui sono assolutamente grato.

In allegato l'intervista a  Mino Taricco, cui è stato assegnato il premio 'Fuori le Mura 2017' del comune di Sant'Albano Stura. 


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