Approvato il disegno di legge in materia di appalti e concessioni pubbliche

La delega per il recepimento delle direttive Ue in materia di appalti pubblici e concessioni ha avuto l’ok della Camera. A questo punto si attende il passaggio finale al Senato, senza modifiche. 
La parole chiave del nuovo codice degli appalti e delle concessioni pubbliche sono: maggiore trasparenza, stop al massimo ribasso e partecipazione dei cittadini.

E’ un passo atteso e conquistato per il sistema dei lavori pubblici italiano. Come ha sottolineato il Ministro Delrio, adesso l’esecutivo conta in una “rapida approvazione” che non apporti modifiche al Senato, dove “c’è già una condivisione preliminare”. Poi parte la corsa nell’attuazione della delega da parte del governo, per varare il nuovo codice entro l’inizio dell’Estate.
L’approvazione è stata ad ampia maggioranza, con 343 voti a favore, 78 contrari e 25 astenuti. E’ stato un lavoro condiviso che ha coinvolto tutti i gruppi politici, tanto che anche l’opposizione ha dato parere favorevole, con il sì di Sinistra italiana, la formazione che raggruppa Sel e alcuni ex del Pd, insieme a Forza Italia che ha inserito la “clausola sociale” per i lavoratori dei call center, così da garantire “stabilità occupazionale” e “continuità lavorativa nei cambi d’appalto”.

E’ un buon provvedimento che erige un argine contro il malaffare, rafforzando la trasparenza, l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione. Tra le novità introdotte ci sono alcune misure per garantire maggiore trasparenza nella fase di assegnazione e in quella di esecuzione degli appalti, tra cui una piattaforma unica per la pubblicità dei bandi, realizzata con una piattaforma digitale dall’Anac (Autorità nazionale anti corruzione). Per le grandi opere si spezza il legame tra controllori e controllati, dal momento che non saranno più i general contractor – i consorzi tra le aziende appaltatrici – a nominare il direttore dei lavori. Maggiore trasparenza anche sulle assegnazioni di contratti secretati per esigenze di sicurezza: la Corte dei conti eserciterà un controllo sia sulla validità delle motivazioni che giustificano il ricorso al meccanismo, sia sulla gestione dell’appalto che, a meno di specifiche e fondate ragioni che lo impediscano, dovrà essere assegnato con una gara tra un numero minimo di partecipanti.

Altre novità importanti: il governo farà sparire il sistema del massimo ribasso, che spesso ha indotto all’uso del lavoro “in nero” o a recuperare gli introiti con l’inserimento di numerose varianti in corso d’opera, aspetto che verrà fortemente limitato dalla netta separazione tra la fase progettuale e quella esecutiva dei lavori. Al posto del massimo verrà applicato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, nel rispetto di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento. Le valutazioni dovranno seguire criteri oggettivi, tra i quali quelli di natura ambientale e sociale. 
Riguardo alle concessioni in house (appalti e servizi affidati ad aziende interne), saranno possibili al 100% solo se assegnate tramite gara a evidenza pubblica, altrimenti non potranno eccedere la soglia del 20% dei contratti, mentre il restante 80% dovrà comunque essere assegnato tramite gara. 
Una importante novità riguarda le micro e piccole imprese sub appaltatrici. In caso di inadempimento dell’appaltatore, la stazione appaltante avrà l’obbligo di procedere ai pagamenti diretti nei confronti dei subappaltatori e qualora l’azienda che ha il sub appalto sia una micro o piccola impresa, non sarà necessaria neppure tale richiesta.
Sulle grandi opere sarà garantita una maggiore partecipazione dei cittadini. Ad oggi è prevista attraverso la Conferenza dei servizi, quindi per il tramite dei rappresentanti degli Enti locali, mentre con il nuovo codice verrà istituzionalizzata la consultazione pubblica aperta a tutti i cittadini sul modello del ‘Débat public’ francese. I progetti e gli esiti della consultazione pubblica Dovranno essere pubblicati online. 

Ora, per l’attuazione della delega è prevista una doppia scadenza: il governo dovrà emanare un primo decreto attuativo che recepisca le direttive europee entro il 18 aprile 2016. Avrà poi tempo fino al 31 luglio per adottare un secondo decreto che contenga il riordino complessivo della materia. In nome della semplificazione, è stata abbandonata l’idea di un regolamento sui contratti pubblici per lavori, servizi e forniture, mentre verranno emanate delle linee guida di concerto tra il ministero delle Infrastrutture e l’Anac, che elaboreranno anche una serie di bandi tipo da prendere a riferimento, in linea con la cosiddetta ‘soft law’, analoga a quella adottata dalla Commissione europea che ha pubblicato una guida per gli appalti.


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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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