Approvato il nuovo codice antimafia in materia di aziende sequestrate e confiscate

E’ stata approvata la riforma dei sequestri e delle confische dei beni sottratti alla mafia. Un nuovo ddl, con 281 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento ora passa al Senato
In questo modo, si è dato un segnale forte della volontà di rendere incisiva la lotta alle mafie, in un settore cruciale come quello della gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, come ha affermato Rosi Bindi, presidente della commissione Antimafia. 
Con questa riforma, sarà più ampio il raggio d’azione, potranno essere sequestrati i beni dei mafiosi e dei corrotti, come di coloro che operano in modo schiavistico. Saranno messe in atto norme stringenti sulle misure di prevenzione e valorizzazione delle aziende sequestrate, norme che renderanno più limpida la gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata e permetteranno ad aziende infiltrate dalla mafia di tornare alla legalità e competere sul mercato in modo sano. Un passo per concretizzare l’effettivo riutilizzo sociale di questi patrimoni e salvaguardare l’occupazione. 
Per colpire la mafia bisogna evitare che prosperi e si arricchisca. E restituire alla società i beni impropriamente acquisiti e gestiti dalla malavita, rendendoli nuovamente beni pubblici, è una risposta concreta e uno strumento forte per combatter 
Il nuovo Codice prevede che tutti i patrimoni, immobiliari e non, delle mafie, siano pubblicati online sul sito dell'Agenzia dei beni confiscati, cosa che andrebbe effettuata anche ora, ma non avviene. Per questo, la nuova legge prevederà delle sanzioni per quei funzionari che omettono di rispettare i criteri di trasparenza, come ha garantito la Presidente della Commissione Giustizia, Donatella Ferranti. 
La nuova norma prevede poi alcuni aspetti importanti a favore di una migliore gestione dell'Agenzia dei beni confiscati, oggetto di critica per l’attuale gestione ritenuta farraginosa sotto molti punti di vista. Si prevede un’accelerazione dei tempi di intervento dell'Agenzia, che interviene già in primo grado e non in Appello al fine di imprimere alla norma una forza preventiva. Inoltre, vengono stabiliti nuovi strumenti per consentire lo sgombero dei patrimoni confiscati, che spesso non possono essere consegnati a nuove realtà gestionali perchè occupati da parenti amici o familiari dei boss. Passa anche l'assegnazione in affitto degli immobili confiscati al personale delle Forze di Polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco che potranno provvedere a proprie spese a ristrutturarli, nel caso in cui le amministrazioni assegnatarie non dispongano delle risorse per farlo. 
Passata anche la cosiddetta norma Saguto che impedisce la nomina ad amministratore giudiziario di bene confiscati alla mafia, a parenti e “conviventi e commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico.


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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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