BANDA ULTRALARGA TROVATO ACCORDO

Un accordo importante, raggiunto con in Conferenza Stato Regioni l’11 febbraio 2015, un passo decisivo per la realizzazione del Piano banda ultralarga, per la prima volta tutte le Regioni condividono un piano nazionale, i suoi obiettivi e la decisione di una rete pubblica in tutte le aree bianche, e si accordano sull’utilizzo congiunto delle risorse regionali e nazionali e sul criterio di ripartizione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione sulla base dei diversi fabbisogni territoriali.

Un accordo fondamentale per tutto il territorio nazionale ma sopratutto per il Piemonte che è in fortissimo ritardo nella infrastrutturazione della banda ultralarga.

L’accordo quadro stabilisce che i 2,2 miliardi assegnati dalla delibera CIPE di agosto 2015 saranno utilizzati “secondo una ripartizione territoriale che tiene conto del fabbisogno stimato per gli interventi pubblici nelle aree bianche dei Cluster C e D” e “tenendo conto delle altre risorse disponibili per il finanziamento del piano Banda Ultra in ciascuna Regione”. Dei 2,2 miliardi saranno inizialmente ripartiti 1.6 miliardi che si aggiungono a 1,187 di fondi FESR e FEASR e a 233 milioni di PON imprese e competitività per un totale di circa 3 miliardi.

Per rispettare l’equilibrio complessivo 80/20 nella distribuzione delle risorse FSC, già previsto dalla delibera CIPE di agosto, un’ulteriore delibera CIPE “da approvare entro il 30 aprile 2016” assegnerà alle sole regioni del Mezzogiorno 1.184.022.398 utilizzabili anche per altre opere infrastrutturali.

Infratel spa, società in house del Mise, agirà in qualità di soggetto attuatore degli interventi previsti dall’accordo.

Per gli interventi nelle “aree bianche” (a fallimento di mercato) si procederà con un intervento diretto, cioè non più con contributi a fondo perduto ma con la costruzione di una rete che rimarrà pubblica (Stato-Regioni) e che coprirà 7300 Comuni in tutto il territorio nazionale. Nel cluster C l’obiettivo del piano Bul (Banda ultra larga) prevede una copertura di almeno il 70% delle unità abitative con connessioni oltre i 100Mbps realizzando infrastrutture di tipo FTTB/H e del 30 per cento delle unità abitative ad almeno 30Mbps. Nel cluster D è prevista una copertura a 30Mbps.

Oltre agli interventi nelle “aree bianche”, che partiranno nel 2016 e saranno realizzati nell’arco temporale 2016-2020, il piano BUL prevede l’intervento dello Stato anche nelle aree “grigie” (a mercato) utilizzando ulteriori risorse individuate dalla Delibera CIPE e gli ulteriori strumenti finanziari previsti dal Piano BUL quali il  credito d’imposta, il fondo di garanzia e i voucher alla domanda. La fase due del piano sarà programmata e realizzata solo dopo il via libera della Commissione europea sul regime di aiuto.

L'obiettivo della strategia italiana per la banda ultralarga è consentire la copertura dell'85% della popolazione con infrastrutture in grado di supportare servizi a 100 Mbps e superiori, garantendo al restante 15% della popolazione una connessione Internet ad almeno 30Mbps.

Per l'attuazione di tale strategia, la delibera CIPE n. 65 del 6 agosto 2015 aveva  previsto la stipula di un accordo di livello politico tra il Ministero dello Sviluppo economico e le Regioni per stabilire obiettivi, strumenti, modalità e risorse necessarie per la realizzazione degli interventi.

Sul fronte risorse, la delibera CIPE n. 65-2015 ha destinato 2,2 miliardi di euro a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione per il periodo 2014-2020 a interventi di immediata attivazione.

In base all'accordo quadro siglato la scorsa settimana, e valido per i prossimi cinque anni, tali risorse saranno utilizzate secondo una ripartizione territoriale che tiene conto del fabbisogno, stimato per gli interventi pubblici nelle aree bianche dei Cluster C e D individuate in ogni Regione, e tenendo conto delle altre risorse disponibili per il finanziamento del piano banda ultralarga in ciascuna Regione.

Questa la ripartizione delle risorse FSC prevista dall'accordo quadro:

Abruzzo: 69.948.879 euro,

Emilia Romagna: 180.758.862 euro,

Friuli Venezia Giulia: 86.412.642 euro,

Lazio: 28.417.849 euro,

Liguria: 41.851.216 euro,

Lombardia: 381.700.459 euro,

Marche: 72.052.277 euro,

Molise: 10.136.953 euro,

Piemonte: 193.824.685 euro,

Sardegna: 306.485 euro,

Toscana: 132.966.792 euro,

Provincia Trento: 47.691.697 euro,

Umbria: 3.791.764 euro,

Valle D'Aosta: 2.175.687 euro,

Veneto: 315.810.955 euro.

Il Fondo Sviluppo e Coesione deve essere utilizzato per l'80% a favore delle Regioni del Sud, si rende quindi necessario compensarlo con ulteriori risorse. Con l'accordo quadro il Governo si è quindi impegnato a rendere disponibile l'ammontare di oltre un miliardo e 183 milioni di euro in quota aggiuntiva per le sole Regioni del Mezzogiorno, secondo la ripartizione indicata:

75.303.824 euro all'Abruzzo,

32.560.615 euro alla Basilicata,

111.890.116 euro alla Calabria,

331.881.478 euro alla Campania

17.641.933 euro alla Molise,

231.594.781 euro alla Puglia,

288.309.453 euro alla Sicilia,

94.129.780 euro Sardegna.

Tale impegno verrà formalizzato con delibera CIPE entro il 30 aprile 2016.

Oltre alle risorse FSC, il programma per la banda ultralarga può contare su più di 1,6 miliardi di euro garantiti dai fondi europei nei Programmi operativi regionali e nazionali, di cui 1,18 miliardi a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e 462 milioni dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

A questi si aggiungono 233,4 milioni assegnati, nell'ambito dell'Asse II del Programma Operativo Nazionale (PON) Imprese e Competitività 2014-2020, all'azione 2.2.1 finalizzata alla realizzazione della banda larga ultra veloce nelle aree produttive ricadenti nei Cluster C e D nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Tali risorse PON sono così ripartite:

11.034.782 euro alla Basilicata,

35.794.025 euro alla Calabria,

67.927.914 euro alla Campania,

41.873.577 euro alla Puglia,

76.869.234 euro alla Sicilia.

Ulteriori risorse fino a 1,3 miliardi di euro potranno essere oggetto di successiva delibera CIPE a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione, mentre fino a 1 ,4 miliardi di euro potranno essere conferiti al Piano Strategico per la banda ultralarga con successivi provvedimenti normativi.

Il prossimo passo è la stipula di accordi di programma quadro tra le singole Regioni e il MISE, che definiranno nel dettaglio i piani operativi degli interventi pubblici e le modalità di impiego delle risorse disponibili.

L'attuazione degli interventi è affidata a Infratel S.p.A ma, limitatamente alle risorse dei POR FESRe dei PSR, le Regioni potranno avvalersi di proprie società in-house o di società al 100% di proprietà pubblica, con comprovate competenze nel settore.

In allegato il testo dell'accordo e lo stato dell'arte sul territorio nelle singole regioni


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