BUFFONATE . . .. . .. . .. . .. . ... A SPESE NOSTRE

Forse qualcuno ricorda ancora la "buffonata" dei "Ministeri al Nord . . .. . .. . .. . .. . .. . . e allora leggete quanto è successo ieri e il commento caustico di Gramellini su La Stampa di oggi . . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . ..

Davanti ai ministeri fantasma va in scena la protesta vera

Autobus di commercianti da Padova: ma a Monza c’era solo un funzionario di MICHELE BRAMBILLA su La Stampa

Chi è passato per caso ieri mattina alla Villa Reale di Monza probabilmente è stato assalito da un dubbio. Quel che stava vedendo era realtà, oppure si stava girando un film con Boldi e De Sica? All’ingresso dell’augusto palazzo s’era appena fermato un pullman, dal quale era scesa una quarantina di persone. Quasi tutti in giacca e cravatta, ma forniti dell’attrezzatura tipica dei manifestanti arrabbiati: striscioni con scritto «Indignados», cartelli con scritto «Anche le formiche si incazzano», trombette, fischietti, e così via.

Come ad ogni manifestazione che si rispetti c’erano naturalmente anche i carabinieri. I quali hanno bloccato la comitiva ai cancelli della Villa, dove è cominciata una trattativa che è finita come sempre finiscono in Italia le trattative di questo tipo: con le forze dell’ordine che lasciano passare in cambio della promessa di non fare troppo casino.

I manifestanti, s’è saputo subito, erano commercianti e arrivavano da Padova. Erano forse più sbigottiti che arrabbiati. S’erano fatti 250 chilometri per raggiungere le sedi dei quattro ministeri inaugurati in pompa quasi magna lo scorso 23 luglio: Semplificazione, Riforme, Economia e Turismo. E avevano fatto una certa fatica, a trovarli. Infatti non c’è alcun cartello, lungo le vie di Monza, che indichi dove siano questi ministeri. All’ingresso della Villa, poi, non c’è alcuna targa. Sulla porta non c’è neppure un citofono o un campanello.

Ma la cosa più singolare è che oltre ai cartelli stradali, alle targhe, al citofono e al campanello, non ci sono neppure i ministeri. Il giorno 23 luglio - quello, come detto, dell’inaugurazione - era un sabato. Tutti pensavano: lunedì i ministeri del Nord saranno operativi. Invece lunedì non c’era un’anima viva. Allora furono chieste spiegazioni e venne risposto: si apre in settembre, non vorrete mica che un ministero sia operativo quando gli italiani sono in vacanza, va bene essere diversi dai romani, ma non esageriamo.

Eppure ieri era il primo settembre edi ministeri aperti neanche da parlarne. «Siete voi ha detto un esponente della Lega, intendendo per «voi» naturalmente quei fanfaroni dei giornalisti - ad aver scritto che i ministeri aprivano il giorno uno. Noi avevamo detto semplicemente che si apriva in settembre». A richiesta di indicare cortesemente una data più precisa, ha risposto: «Non veniamo certamente a dirlo a “voi”, quando aprono i ministeri».

Ma i commercianti di Padova gente seria, gente che lavora: gente del Nord - avevano preso in parola le promesse di Bossi e Calderoli e Tremonti e la Brambilla (di cui sono in gran parte elettori) e ieri sono venuti apposta da Padova per chiedere ai ministri, in particolare a quello dell’Economia, chiarimenti sulla manovra. Dei quattro ministri non c’era nessuno, e su questo bisognerebbe anche essere comprensivi: a Roma si sta partorendo la manovra. Però non c’era neppure un sottosegretario, un funzionario, una segretaria, un portinaio. Vuoti: i due locali che ospitano i quattro ministeri - uno è tutto per Bossi, l’altro è in multiproprietà, come le case al mare degli anni Settanta, fra Calderoli Tremonti e Brambilla - sono lì uguali a come erano il 23 luglio. Un tavolo, un telefono, un computer, un ritratto di Napolitano e due di Bossi, una statuetta di Alberto da Giussano e un dipinto del giuramento di Pontida.

«L’altro ieri - ha spiegato Fernando Zilio, presidente dei commercianti di Padova e capo-comitiva abbiamo annunciato la nostra venuta a Monza e da Roma hanno insistito perché rinunciassimo». E c’è da capire perché abbiano insistito. Comunque i commercianti sono venuti lo stesso e ad attenderli s’è dunque presentato Maurizio Bosatra, capo di gabinetto del ministero della Semplificazione, che ha aperto la porta, ha fatto entrare Zilio e gli ha passato al telefono Calderoli, inaugurando così la nuova figura politico-amministrativa dell’apertura di un ministero su appuntamento telefonico. Al termine Fabrizio Carcano, l’addetto stampa di Calderoli, ha detto che Zilio era soddisfatto; invece Zilio ha detto ai giornalisti di essere deluso e preoccupato. Dopo di che i ministeri sono richiusi, per aprire chissà quando. E Boldi e De Sica non si sono rimessi insieme: quel che s’è visto ieri a Monza era purtroppo tutto vero.


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