CARLO CARRETTO

- cenni biografici
- lettera "Se manca la preghiera"


CENNI BIOGRAFICI
Carlo Carretto nasce ad Alessandria il 2 aprile 1910, in una famiglia di contadini proveniente dalle Langhe. E' il terzo di sei figli, di cui quattro si faranno religiosi. La famiglia si trasferisce presto a Torino, in un quartiere periferico, nel quale si trova un oratorio salesiano che avrà molta influenza sulla formazione di Carlo e su tutta la famiglia. Lo spirito salesiano si farà sentire anche nella vita professionale che Carlo inizia all'età di diciotto anni, a Gattinara, come maestro elementare.
Milita nell'Azione Cattolica giovanile torinese dove entra ventitreenne su invito di Luigi Gedda che ne era il presidente. Consegue la laurea in storia e filosofia e continua ad insegnare come maestro elementare, prima a Sommariva del Bosco poi a Torino.
Nel 1940 vince il concorso per direttore didattico e viene assegnato come tale a Bono (Sardegna). Dopo poco tempo viene dispensato dal suo incarico per contrasti col regime fascista, dovuti al carattere del suo insegnamento e per l'influsso che esso esercita anche al di fuori della scuola, e viene inviato come confinato a Isili, poi rimandato in Piemonte
Qui gli viene consentito di riprendere il suo lavoro come direttore didattico a Condove.
Con l'avvento della Repubblica di Salò riceve da Roma l'incarico di reggere le fila dell'Azione Cattolica del Nord-Italia. Non avendo aderito al Regime viene radiato dall'albo dei direttori didattici e tenuto sotto sorveglianza.
Nel 1945, dopo la caduta del Regime e la fine della Guerra, viene chiamato a Roma da Pio XII e da Luigi Gedda per organizzare l'Associazione Nazionale Maestri Cattolici.
Nel 1946 diviene presidente centrale della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (Giac).
Nel 1948, in occasione dell'80' anniversario della fondazione dell'Azione Cattolica, organizza una grande manifestazione di giovani a Roma: è la famosa adunata dei trecentomila "baschi verdi". Poco dopo fonda il Bureau International de la Jeunesse Catholique, di cui diviene vice presidente.
Nel 1952 esplodono i contrasti che covavano da tempo, in campo cattolico, riguardo ai rapporti con la politica. Trovandosi in disaccordo con una frazione importante del mondo cattolico che progettava un'alleanza con la Destra, Carlo deve dimettersi dal suo incarico di presidente della Giac e ricerca con altri amici nuove strade su cui indirizzare l'azione del laicato cattolico impegnato. E’ in tale periodo di laboriosa e sofferta ricerca che matura la decisione di entrare a far parte della congregazione religiosa dei Piccoli Fratelli di Gesù fondata da Charles de Foucauld.
L’8 dicembre del 1954 parte per l'Algeria, per il noviziato di El Abiodh, vicino ad Orano. Per dieci anni conduce vita eremitica nel Sahara, dove fa una profonda esperienza di vita interiore e di preghiera, nel silenzio e nel lavoro, esperienza che esprimerà in quello che diventerà un autentico best seller, Lettere dal deserto, e in tutti i libri che scriverà in seguito.
La stessa esperienza alimenterà anche tutta la sua vita e la sua azione successiva.
Dopo il ritorno in Europa, e aver trascorso alcuni periodi in diverse realtà, nel 1965 va a Spello, in Umbria, per iniziare una nuova Fraternità di preghiera e di accoglienza.
Ben presto lo spirito di iniziativa di Carretto ed il prestigio di cui godeva, aprono la comunità all'accoglienza di quanti, credenti e non, desiderano trascorrervi un periodo di riflessione e di ricerca di fede vissuto nella preghiera, nel lavoro manuale e nello scambio di esperienze. Al convento in cui la Fraternità risiede, si aggiungono man mano molte case di campagna sparse sul monte Subasio che vengono trasformate in eremitaggi Carretto sarà per oltre vent'anni l'instancabile animatore di questo centro, noto in Italia e all'estero. Durante questi anni continua la sua attività di scrittore iniziata negli anni giovanili. Tra i libri di quel periodo va ricordato Famiglia piccola chiesa (1949) che suscitò contrasti nel mondo cattolico per alcune sue idee allora avanzate.
Uomo della parola e della penna, il nostro ha usato con molta efficacia questi due mezzi per comunicare agli altri le sue “scoperte" e la sua esperienza nella fede. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue e gli hanno creato una schiera di lettori e di amici in molti Paesi del mondo. Spesso veniva invitato, perciò, a portare la sua parola in conferenze e incontri spirituali. La sua profonda interiorità non lo isolava dal mondo e dai suoi problemi, ma anzi lo spingeva ad interessarsene in spirito di profezia e di servizio.
Fratel Carlo Carretto ha chiuso la vita terrena nel suo eremo di san Girolamo a Spello nella notte di martedì 4 ottobre 1988, festa di san Francesco d'Assisi del quale era stato appassionato biografo.




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Se manca la preghiera

(Carlo Carretto, Lettere a Dolcidia)
Ti faccio un esempio fisico che ho qui di fronte nel deserto (il deserto è una grande scuola!).
C'è un pezzo di deserto, tutto sabbia e morte, tutt'al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un'oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l'elemento base: l'acqua. Allora chi ha capito (è strano che si capisca bene nel mondo fisico e poco bene in quello soprannaturale) incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare in profondità. Cerca l'acqua. Fa un pozzo, la fecondità dell'oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgorgherà l'acqua tutto si vivificherà, se no niente.

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