CHIUSURA DEL LABORATORIO AGROCHIMICO REGIONALE DI CEVA.
Il consigliere regionale PD Mino Taricco ha presentato una interrogazione sulle voci circolate circa la possibile chiusura del laboratorio agrochimico regionale di Ceva a partire dal 2013.
“Il Laboratorio Agrochimico Regionale (LAR) è stato istituito il 1° gennaio del 1978 per svolgere attività di analisi dei terreni a supporto delle sperimentazioni agrarie; nel 1982 esso ha poi aperto le analisi al pubblico”, spiega Taricco. “L'utenza è costituita principalmente da tecnici delle organizzazioni professionali agricole, dai settori agricoltura delle Province, da associazioni e cooperative di produttori agricoli, nonché da liberi professionisti, dall'Università, da altri enti di ricerca e anche da utenti non professionali”.
Si tratta dunque di un servizio importante, che svolge “un ruolo di fondamentale supporto per l’agricoltura piemontese a fronte di un ridotto impegno di personale (3-4 addetti, di cui 2 precari)”.
Eppure, annuncia Taricco nell’interrogazione, “la Giunta regionale, con il fine del contenimento della spesa pubblica, avrebbe proposto la sospensione sine die del servizio di analisi chimico-fisiche dei terreni svolto dal laboratorio di Ceva. Più precisamente, il servizio verrebbe soppresso a partire dal 2013; il risparmio stimato rispetto all’esercizio finanziario 2011 ammonterebbe a circa 25.000,00 euro, un risparmio che – se confermato – parrebbe piuttosto esiguo soprattutto considerando, come sopra sottolineato, quello che si verrebbe a perdere con la soppressione del servizio”.
Taricco ha chiesto alla Giunta di soprassedere sulla chiusura del servizio, ricercando magari soluzioni alternative, “quali, solo a titolo esemplificativo, un aumento delle tariffe (già ora il servizio è a pagamento) per una maggior copertura dei costi oppure, a parità di personale, un ampliamento della gamma di analisi offerte all’utenza. Occorre fare il possibile per salvare un servizio di grande rilievo per la nostra agricoltura, e dal costo decisamente basso, che è possibile abbattere ulteriormente senza chiuderlo”.