CIRIO DA’ DUE MILIONI DI EURO ALLA JUVENTUS
CI SONO MODI MIGLIORI PER SPENDERE I SOLDI DELLA REGIONE IN TEMPO DI CRISI.
L’assessore Cirio ha deciso: la Regione darà un milione e mezzo di euro, un altro mezzo milione lo troverà poi dai privati e da altri enti pubblici, alla Juventus perché il ritiro dei bianconeri torni in Piemonte.
Naturalmente non abbiamo nulla contro la Juventus, ma ci colpisce la gerarchia di valori che sottintende il gesto di Cirio. Mentre infatti la Regione taglia da tutte le parti, Cirio decide di investire nella grande società sportiva.
A Cirio non importa che il suo assessorato ha tagliato completamente i fondi per le associazioni sportive piemontesi, tanto da neanche pubblicare il bando per il sostegno alle iniziative delle piccole società, bando che annualmente la giunta Bresso produceva. Per Cirio finanziare la Juventus vale la pena perché, sostiene, produrrà valore per l’indotto turistico.
Forse che le società sportive non hanno un loro indotto? E il valore sociale e culturale delle attività che svolgono non ha un valore almeno altrettanto importante?
Tagliare le borse di studio agli studenti universitari, in particolare a quelli che vengono da fuori regione, non peserà sull’indotto legato all’università, oltre che limitare il diritto allo studio di tanti giovani e depauperare l’università piemontese di talenti che potrebbero, una volta laureati, occupare ruoli importanti nell’economia e nella cultura regionale? E i tagli ai servizi sociali, non provocheranno danni pesanti sui cittadini?
La Giunta Bresso, ereditando una prassi consolidata dalla Giunta Ghigo, per un periodo aveva sponsorizzato, anche se con cifre di gran lunga inferiori, Juventus e Torino. Ma con l’esplodere della crisi quei contributi vennero cancellati, si preferì investire in sostegno ai cittadini in difficoltà e alle imprese.
Una logica molto lontana dall’assessore Cirio. A lui interessano poco i “piccoli” (società sportive, cittadini, utenti dei servizi sociali, giovani universitari, piccole imprese). Preferisce finanziare i “grandi”.