CONOSCERE LE CASE CIRCONDARIALI PER POTER MEGLIO INTERVENIRE
Giornata di visite istituzionali, quella di venerdì 3 gennaio, mi sono infatti recato, durante la mattinata, alla Casa circondariale di Cuneo.
Un’iniziativa, questa, che ho voluto compiere allo scopo di approfondire la conoscenza della realtà carceraria locale in vista dell’ormai prossima discussione parlamentare per la conversione in legge del decretodel governo in materia penitenziaria.
Durante la visita, ho così avuto modo di osservare l’organizzazione complessiva del carcere: da un lato, ho visionato le strutture in cui risiedono i detenuti e si è a lungo confrontato con il personaledi Polizia penitenziaria in esso operante, dall’altro sono entrato a contatto con le
attività di istruzione e formazione professionale promosse dalla struttura e
riservate ai medesimi detenuti.
Ho deciso di recarmi personalmente alla Casa circondariale di Cuneo, così come in
precedenza avevo visitato anche quelle di Fossano e Saluzzo,perché ritengo che il migliore strumento possibile per intervenire a livello politico sulle varie realtà territoriali, di cui le istituzioni carcerarie fanno parte, sia rappresentato da una loro conoscenza diretta.
Durante la mia visita ho avuto comunque modo di osservare da vicino un’istituzione che, nonostante il periodo di difficoltà, crisi e carenza di personale, si è dotata della chiara volontà di affrontare in maniera propositiva il proprio compito: lo dimostrano le numerose attività in grado di organizzare proficuamente il percorso di detenzione e reinserimento sociale dei
carcerati. Nelle prossime settimane porterò con me queste informazioni e questa
esperienza al fine di partecipare e di contribuire, per quanto mi sarà possibile, al
miglioramento e alla definizione di norme che vogliamo possano migliorare e meglio
finalizzare l’attività di questi istituti.
Il testo del decreto legge in questione, contenente numerose misure in materia
detentiva, è stato infatti approvato dal Governo lo scorso 17 dicembre, e approderà
in Parlamento nelle prossime settimane per la discussione intorno ai suoi contenuti e
alla definitiva conversione in legge.
E’ assolutamente necessario che quando si affrontano percorsi di riforma che riguardano settori delicati quali quello della giustizia e della detenzione carceraria si abbiano chiari gli obiettivi finali e la posta in gioco legata alle singole scelte, per evitare che approcci semplicistici e forse affrettati e superficiali risolvano alcuni problemi creandone però altri.
Quando parliamo di riforme necessarie, credo dobbiamo avere consapevolezza che queste
dovrebbero essere capaci di durare nel tempo, non muovendosi quindi soltanto in
logica di urgenza e di straordinarietà. Se riformiamo, dobbiamo fare riforme buone e
non soltanto in fretta. Per questo ho voluto osservare da vicino la realtà delle
carceri locali e confrontarmi con chi opera al suo interno.