CON IL NUOVO “SPAZZACORROTTI” IL RISCHIO DEL GIOCO DELL’OCA

Lo avevamo detto noi in sede di iter di approvazione, che quella che pomposamente era stata presentata come riforma “spazzacorrotti” era in realtà semplicemente uno “specchietto per le allodole”, uno spot ad uso di una visione distorta della realtà.
Si voleva solo dare un segnale ad un certa parte dell’opinione pubblica e ad una parte della cultura giuridica: non importa se rischiando di sospendere un principio, quello della presunzione di innocenza, introducendo di fatto quello della presunzione di colpevolezza.
Con questa legge, con il blocco sine die della prescrizione, con la possibilità di simulare corruzione e magari denunciare un amministratore o un funzionario perbene solo perché avversari, con la introduzione di una figura che rischia di essere surrettiziamente, in realtà, una sorta di agente provocatore, si crea un clima pericoloso. Così come con l’istituzione di interminabili pene accessorie che radono al suolo il principio della riabilitazione e ogni sia pure pallida idea di giustizia riparativa. 
Tutto questo in nome di una idea di giustizia vagamente totalitaria, che noi respingiamo. 
Non era stato casuale che le Camere penali avessero proclamato giornate di astensione dal lavoro e che le rappresentanze della Magistratura avessero espresso gravissime preoccupazioni .
A tutti è stata opposta una volontà, quella di portare comunque a casa quel voto.
La verità è che si voleva solo un risultato simbolico da ostentare. 

Lo avevano peraltro anche sostenuto con unloro  contributo, pubblicato alcuni mesi fa sulla Rivista Diritto Penale Contemporaneo, Raffaele Cantone presidente ANAC e Alessandro Milone dell’Università di Napoli nei mesi della discussione sulla legge prima della sua definitiva approvazione e lo ha in qualche misura nuovamente ribadito Raffaele Cantone in occasione della presentazione della relazione sull’anno 2018 dell’Autorità Anticorruzione, pronunciandosi in quell’occasione anche sugli effetti del c.d. Decreto Sblocca-cantieri.
In quest’ultima occasione egli ha infatti voluto riaffermare la bontà e i risultati dell’impegno di questi anni, nei quali si è avviato un serio lavoro di contrasto alla corruzione, affermando che  “L’auspicio che chiude questo intervento è, quindi, quello di proseguire sulla strada intrapresa, evitando di rincorrere ricette banalizzanti, che sembrano perseguire l’obiettivo, non della condivisibile sburocratizzazione del sistema amministrativo, ma di una inaccettabile deregulation, già vista in opera nel Paese negli anni scorsi con risultati deleteri anche sul fronte della lotta alla corruzione. Tornare indietro, come nel gioco dell’oca, mentre il sistema italiano inizia a funzionare e viene preso a modello in altri Paesi, mentre la maggioranza degli Stati, compreso il Vaticano, sta facendo propria la politica di prevenzione, sarebbe difficilmente comprensibile.

In allegato una scheda sul provvedimento 


  Scarica allegato 1

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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