CRONACA di una discutibile gestione DI UN EVENTO STRAORDINARIO : L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE

Sono stato impressionato dai limiti con cui è stata gestita dai vertici del Partito la vicenda della elezione del Presidente della Repubblica .
Cerco di ripercorrerne le tappe :

Mercoledì 17 aprile dopo un pomeriggio di lavoro in Parlamento , ricevevamo via sms la convocazione e partecipavo in serata al Teatro Capranica l’incontro di tutti grandi elettori della coalizione Italia Bene comune su candidature e strategia per il giorno seguente di avvio delle votazioni .
Nel tardo pomeriggio tra l’altro in Parlamento era circolata sul web la voce Bersani avesse proposto a Berlusconi una terna o una quaterna di nomi (Anna Finocchiaro, Franco Marini, Massimo D'Alema e Giuliano Amato) tra i quali B. aveva scelto Marini per la presidenza della Repubblica, e questo aveva molto agitato ed inasprito gli animi .
In apertura della riunione veniva precisato che sarebbero stati autorizzati solo alcuni interventi e dopo una breve introduzione del Presidente del gruppo al Senato Zanda , nel suo intervento il Segretario Bersani comunicava il nome di Marini , confermando di fatto purtroppo le voci circolate nel pomeriggio .
La reazione negativa della sala all’annuncio , emersa con nettezza anche attraverso gli intervenuti , che rappresentavano tutte le sensibilità del partito, era molto veemente .
Molti dei presenti rendevano evidente il dissenso su questa proposta anche in modo molto colorito e a gran voce veniva richiesto di rinviare la decisione alla mattinata seguente .
La presidenza dell’assemblea però optava invece per approvare , mettendola ai voti in modo palese, la proposta nella stessa serata .
Ne scaturiva un parapiglia nel quale molti grandi elettori si allontanavano .
La proposta veniva comunque messa ai voti in un clima tesissimo .
Il nome proposto dal segretario Pier Luigi Bersani raccoglieva solo 222 voti a favore su un totale di 496 elettori del centrosinistra. I voti contrari erano 90, gli astenuti 30, ma quel che conta ancor di più è appunto che molti non partecipano alla votazione, scegliendo di abbandonare la riunione in polemica.
Molti manifestavamo in modo esplicito che non avremmo votato Marini .
Se ne andavano tra l’altro i parlamentari di Sinistra e libertà, con Nichi Vendola che annunciava il no su Marini ("Sarebbe la fine del centrosinistra") e il sì su Stefano Rodotà.

Il giovedì 18 aprile mattina alla prima votazione il candidato Marini alla Presidenza della Repubblica raccoglieva solamente 521 voti (invece dei 672 necessari e degli oltre 750 potenziali ) ed iniziava l’ennesima passione per il Partito Democratico e per il Paese .

Il partito convocava per l’indomani mattina una nuova assemblea dei grandi elettori del PD al teatro Capranica dove veniva presentata la candidatura di Romano Prodi .
Potete immaginare la mia e quella di tanti gioia per una figura cui siamo legati da stima e sincero affetto e che credo avrebbe fatto benissimo per l’Italia in quel ruolo.
La proposta veniva accolta da una acclamazione e poi votata con voto palese alla unanimità.
Purtroppo dopo che la mattina di venerdì 18 aprile , su indicazione del partito , si era votato scheda bianca , con l’accordo di votare Prodi nel pomeriggio , in aula oltre 100 grandi elettori del PD nel segreto del seggio non lo votavano fermando i voti a soli 395 .
Credo sia stata una delle pagine più buie del PD cui ho avuto la ventura di assistere e non nascondo una profonda amarezza e sconforto .
Dopo questo devastante risultato venivamo convocati in serata nuovamente al Capranica dove Bersani , preannunciando le sue dimissioni da segretario dopo la nomina del Presidente della Repubblica , ci chiedeva di votare la mattina scheda bianca e anticipava una nuova assemblea nell’intervallo tra le due votazioni del giorno seguente .
Sabato 20 aprile nell’intervallo veniva comunicata la accettazione della candidatura di Giorgio Napolitano e ne veniva messa ai voti il sostegno .
L’assemblea dei grandi elettori approvava la proposta con il voto favorevole quasi unanime con soli tre astenuti .
In Aula Giorgio Napolitano veniva eletto con 738 voti .

Domanda : parché si sono sottovalutati i segnali di non condivisione di larga parte dei grandi elettori nella proposta Marini , perché non si è raccolta la sfida al rinnovamento che era emersa così forte sin dalle elezioni proponendo un candidato che desse il segnale di una piena comprensione dei messaggi di cui eravamo stati destinatari , ponendoci nella difficoltà di rischiare di dover scegliere tra candidature di altri partiti che non ci convincevano per il profilo e per il modo con cui erano emerse.

Ora sarà necessaria una seria riflessione sulla origine di quelle insufficienze .
Il Paese ha bisogno di un PD forte , coeso e che abbia obiettivi chiari su cui ha il coraggio di confrontarsi e poi di decidere , sapendo che la vocazione del PD è di essere partito di governo e quindi capace includere e di aprirsi al confronto con tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questo paese .
Già nelle prossime settimane la responsabilità di dare un governo al paese ci porrà di fronte alle nostre responsabilità .

Dobbiamo ringraziare Giorgio Napolitano per il suo senso dello stato e al sua generosità .

Mino Taricco

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