Caccia: un insieme organico di misure per governare il territorio e garantire la biodiversità

“Abbiamo cercato, in questi mesi, di affrontare il tema della caccia tenendo presenti i molteplici interessi in gioco – afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione, Mino Taricco - la salvaguardia della fauna, in particolare delle specie autoctone; la tutela delle attività economiche e umane, in specifico di quelle agricole, che possono subire danni dalla fauna stessa, e il diritto di esercitare la caccia, nei termini previsti dalla legge. Si tratta di istanze tutte legittime e non facili da armonizzare: ci auguriamo che con un nuovo approccio rigoroso e organico si riesca a governare il sistema, perseguendo un equilibrato rapporto con l’ambiente e il territorio.”

Le linee guida per la gestione degli ungulati selvatici.
Con questi presupposti la Giunta Regionale ha deliberato, nel corso delle ultime sedute, una serie di provvedimenti relativi alla tutela della fauna e del territorio e all’attività venatoria, a partire dalle “Linee guida per la gestione degli ungulati selvatici ruminanti” in Piemonte, che evidenziano i principi, gli obiettivi e gli interventi per una razionale gestione, faunistica e venatoria, degli ungulati selvatici (cervo, capriolo, camoscio, stambecco, muflone, daino).
Gli aspetti salienti riguardano:
§ l’individuazione di “distretti” di gestione dell’attività venatoria, aree circoscritte e omogenee, delle consistenze e degli areali di distribuzione di ciascuna specie;
§ la valutazione delle consistenze-obiettivo (densità ottimale di ciascuna specie in rapporto alla superficie), da raggiungere entro un lasso di tempo prefissato e in grado di garantire la conservazione delle popolazioni;
§ la definizione dei metodi di censimento, standardizzati e coordinati, da utilizzare per il conteggio delle popolazioni, un aspetto di grande importanza per poter disporre di dati certi, ottenuti con metodologie certificate: su tali dati si baseranno infatti le attività di gestione e di programmazione successive;
§ il controllo dei capi abbattuti durante la stagione venatoria, al fine di valutare la rispondenza tra piani di prelievo concessi e abbattimenti effettivi; il monitoraggio delle popolazioni per sesso e per età; la valutazione delle condizioni fisiche e sanitarie, le misurazioni biometriche.

L’impianto delle nuove linee guida è stato elaborato in accordo con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS), con il quale la Regione ha siglato un protocollo d’intesa che prevede una collaborazione permanente per la stesura di documenti sulla gestione faunistica, garanzia ulteriore sulle metodologie rigorose adottate dall’Osservatorio Regionale sulla Fauna Selvatica. In accordo con l’INFS, nelle stesse linee guida sono state introdotte novità rilevanti rispetto alla formulazione dei piani di programmazione quinquennale e dei piani di prelievo annuali, nonché sulle modalità di svolgimento dei censimenti.
Criteri per l’accertamento dei danni alle colture causati da fauna selvatica.
Il risarcimento dei danni alle colture agricole causati dalla fauna selvatica è previsto da un articolo della legge regionale 70/1996 (art. 55): la necessità prioritaria è quella di uniformare le procedure relative alle modalità di accertamento e di liquidazione dei danni, in modo da garantire criteri equi e validi su tutto il territorio regionale. A questo scopo la Giunta regionale ha approvato un apposito regolamento, che prevede:
· l’individuazione dei soggetti preposti all’accertamento danni e al riparto del fondo per i risarcimenti stabilito dalla legge;
· le azioni di controllo utilizzabili per l’accertamento e la quantificazione dei danni;
· le modalità per le denunce e per la presentazione delle domande, con modulistica unica;
· i soggetti beneficiari e i casi d’inammissibilità;
· le modalità per la liquidazione del danno e per la sua registrazione nella banca dati faunistica regionale, in cui confluiscono anche i dati relativi agli incidenti stradali.

Riparto dei fondi per il risarcimento dei danni.
Per accrescere la responsabilità degli Ambiti Territoriali di Caccia e dei Comprensori Alpini (ATC e CA) nelle azioni di contenimento dei danni e per assicurarne il completo risarcimento, la Giunta Regionale ha rimodulato i criteri per il riparto dei fondi regionali, quantificandoli in parte sulla base della media dei danni accertati nell’ultimo triennio, e in parte attribuendo ad ogni ATC e CA una quota fissa ricavata dalla media regionale dei danni accertati in Piemonte.
Complessivamente la Regione Piemonte verserà agli ATC/CA 2.197.000 euro per i danni accertati nel 2006 mettendo a disposizione ulteriori risorse come contributo una tantum per il pagamento di danni pregressi, a condizione che gli ATC/CA richiedenti dimostrino di aver chiuso ogni contenzioso pregresso con gli agricoltori. Il provvedimento, apparentemente complesso, mira ad incentivare la prevenzione dei danni alle colture, attraverso una più attenta gestione del patrimonio faunistico presente sul territorio di competenza.

Regolamentazione degli abbattimenti di cinghiali da parte dei proprietari di fondi.
In relazione all’emergenza causata dall’anomalo sviluppo delle popolazioni di cinghiale sul territorio piemontese negli ultimi anni, la legge regionale 9/2000 ha introdotto misure straordinarie per il controllo di questa specie, ribadendo, tra l’altro, quanto già previsto dalla Legge regionale 70/96 che prevede la possibilità di coinvolgere nei piani di abbattimento anche i proprietari o conduttori dei fondi, muniti di porto d'armi. Considerata la necessità di contemperare esigenze contrapposte (la possibilità di “autodifesa” delle proprie coltivazioni e la sicurezza e l’incolumità di persone e animali) le Province hanno ora il compito di stabilire regole certe e applicabili nella massima sicurezza.

Cura degli animali selvatici feriti, raccolta e gestione degli animali trovati morti.
Con due provvedimenti la Giunta Regionale ha inoltre provveduto:
§ a regolamentare la raccolta e la gestione degli animali trovati morti per cause accidentali o investiti, che richiedono lo sgombero del suolo pubblico e l’eliminazione delle spoglie secondo rigorose norme sanitarie e ambientali.
§ a creare una rete regionale di C.R.A.S. (Centri di Recupero Animali Selvatici), per la cura e il recupero degli animali feriti, integrando alcuni centri esistenti e stanziando 200.000 euro per l’adeguamento e il potenziamento della rete.
E’ inoltre in via di definizione una convenzione con la Facoltà di Veterinaria dell’Università di Torino per la realizzazione di un osservatorio sulle cause di morte degli animali, a fini didattico-scientifici e di ricerca.

Comitato tenico per la tutela della tipica fauna alpina.
La Giunta regionale ha inoltre istituito, sin dal novembre 2006, un comitato tecnico per lo studio propedeutico di misure di tutela della tipica fauna alpina in Piemonte, composto da rappresentanti del mondo accademico, degli enti di gestione (Aree protette, Comprensori alpini e Aziende funistiche) e dell’associazionismo (associazioni venatorie e ambientaliste). La “tipica fauna alpina” è costituita dalla coturnice, dal fagiano di monte, dalla pernice bianca e dalla lepre variabile (Lepus timidus).
Il lavoro di studio, iniziato in seguito al convegno internazionale sui galliformi alpini organizzato dalla Regione a novembre 2006, e oggi sintetizzato in un documento conclusivo, ha evidenziato molti aspetti su cui intervenire: il monitoraggio delle specie e la ricognizione faunistica, nonchè dell’impatto delle attività antropiche sulle specie e sul loro habitat; la regolamentazione del prelievo venatorio; la creazione di un osservatorio permanente sulla tipica fauna alpina.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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