Clima: un inverno anomalo che ci dovrebbe allarmare
Mentre in Europa il ciclone Kyrill ha seminato morte e distruzione, l’Italia è rimasta indenne, grazie alla protezione delle Alpi. Solo in alcune zone montuose del Piemonte si sono avute raffiche spaventose di vento a 180 km all’ora. In compenso, un caldo record e assolutamente fuori stagione ha portato i termometri a temperature incredibili: il 19 gennaio a Torino, alle ore 15, il termometro della stazione Arpa dei Giardini Reali ha registrato ben 27 gradi. Un inverno tropicale, dunque, e caratterizzato da continui sbalzi termici. Ne risentiamo noi umani e tanto più le culture agricole. Come non farci carico, allora, della questione ambientale, seppur con un ritardo mostruoso e forse irreparabile?
Proprio da alcuni giorni in Piemonte è diventato operativo il Piano mobilità, ovvero il divieto di circolazione delle vecchie auto in alcune città. Un provvedimento che ha fatto discutere e che taluni personaggi hanno strumentalizzato, cavalcando la protesta popolare. Se si vuole essere seri e responsabili, invece, bisognerebbe spiegare che l’allarme sul clima deve portare anche ad alcune scelte politiche a favore dell’ambiente, come può essere per l’appunto un divieto di circolazione per auto che inquinano dalle 40 alle 60 volte in più di quelle cosiddette “Euro 4”. Se c’è un appunto da fare, piuttosto, è verso chi ha scaricato questo problema, quando aveva responsabilità di governo: il procedimento di infrazione per 18 milioni di euro da parte dell’Unione Europea per inadempienza rispetto alla riduzione delle polveri sottili era noto da tempo. La vicina Lombardia, per esempio, non è stata a guardare. Anche noi oggi avremmo potuto avere incentivi più alti per la rottamazione delle vecchie auto e di conseguenza provvedimenti meno dolorosi.