Consorzi di bonifica: la Regione contraria alle proposte di modifiche
Giovedì 12 novembre, tra gli argomenti trattati in seno alla Conferenza delle Regioni e Province Autonome, è stato presentato lo schema di Disegno di Legge del Governo recante “Disposizioni in materia di organi e funzioni degli enti locali, semplificazione e razionalizzazione dell’ordinamento e carta delle autonomie locali”, che interviene sulla materia dei Consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario (all’art. 22).
In sostanza, la modifica di tale articolo rischierebbe di mettere in discussione il riordino dei consorzi di bonifica, già attuato in base a un accordo del 2008, tagliando i finanziamenti statali ad essi destinati. La Regione Piemonte chiede di eliminare il comma 1 dell’art. 22, che va appunto ad abrogare i riferimenti di legge necessari per mantenere di competenza nazionale i consorzi e il relativo sostegno finanziario.
“Intervenire a così breve distanza di tempo in questa materia – afferma l’Assessore Mino Taricco - nella quale si era raggiunto nella Conferenza Stato Regioni del 18 settembre 2008 un’intesa all’unanimità tra lo Stato e le Regioni e senza che siano emerse nuove necessità, introduce invece elementi che dissestano la disciplina del settore, con disposizioni che aprono a prevedibili questioni di legittimità costituzionale. Rischia dunque di bloccare, anziché agevolare, il percorso di riordino intrapreso”.
“Le disposizioni previste dallo schema di Disegno di Legge – continua Taricco – tra l’altro toccano aspetti di rilievo nel rapporto tra Stato e Regioni.”
La posizione assunta dalle Regioni è risultata condivisa anche da UPI (Unione Province Italiane) e dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Che cosa prevedono le modifiche.
Il comma 1 dell’art. 22 dello schema di Disegno di Legge - abrogando gli articoli dal 54 al 71 del R.D. 13 febbraio 1933, n. 215 (Nuove norme per la bonifica integrale) vale a dire l’intero capo dedicato ai consorzi di bonifica - finisce con l’eliminare irragionevolmente la base per il comma 2, che prevede il riordino di tali enti mediante accorpamento o soppressione dei consorzi esistenti.
La Regione Piemonte chiede di eliminare tale comma, mantenendo la situazione invariata. La proposta è stata fatta propria dalla Conferenza delle Regioni che ha chiesto e ottenuto il rinvio del punto alla prossima Conferenza Unificata prevista per il 18 novembre. Nella stessa giornata la Conferenza delle Regioni incontrerà il Ministro Calderoli per discutere il tema.
L’art. 862 cod. civ. riconosce i consorzi di bonifica, che hanno una base associativa per le essenziali finalità irrigue che li caratterizzano, e stabilisce che “possono” provvedere alla manutenzione e all’esecuzione delle opere di bonifica; compito che assolvono per la realizzazione delle opere ad essi commesse e che rimangono demaniali, mentre provvedono con le contribuzioni private e senza alcun onere per l’erario al funzionamento dell’ente. I consorzi di miglioramento fondiario, poi, sono enti persone giuridiche private per le quali è difficile prefigurare un intervento soppressivo.
“Queste considerazioni – conclude Taricco - alle quali altre se ne possono aggiungere con un esame dettagliato della disciplina proposta, sono sufficienti per sollecitare lo stralcio delle disposizioni relative ai consorzi di bonifica dallo schema di questo disegno di legge, materia nella quale appare forzosamente inserita la disciplina dei consorzi di bonifica, che sono enti a base associativa, non destinati a gravare sul bilancio pubblico, essendo finanziati dai contributi dei privati, rapportati alle utilità che gli stessi ricevono”.