Cultura

Mercoledì 4 marzo alle ore 21
a Racconigi nella Sala "Terre dei Savoia" presso il Castello
tema: "Cultura"

L’Amministrazione Provinciale di Cuneo investe mediamente sulla cultura lo 0,2% del proprio bilancio senza che emerga una chiara strategia di valorizzazione delle ricchezze esistenti in un disegno comprensibile.
Ha senso parlare di politica culturale in provincia di Cuneo?

1. La Provincia deve essere attore importante della politica culturale diventanto soggetto AUTOREVOLE che sappia coordinare ed armonizzare l’offerta e la ricchezza complessiva del territori, in collaborazione con la Regione, con lo Stato, con l’Europa.

2. In un quadro di risorse limitate, nel quale diventa cruciale, non potendo agire sulla quantità, la qualità, la Provincia deve diventare soggetto autorevole del governo dei PROCESSI

3. Coordinare le politiche culturali del TERRITORIO

4. In una Provincia come la nostra ricca di tradizioni, di storie e di culture che si sono nel corso dei secoli sovrapposte, integrate arricchendosi e costruendo in questo divenire quella che è oggi la nostra identità in divenire, fondamentale diventa il ruolo di promozione, di riscoperta e di valorizzazione di questa IDENTITÀ nella sua RICCHEZZA e nel suo PLURALISMO. Alla Provincia compete la responsabilità di accompagnare questo processo.

5. Le radici, la varietà e la qualità della nostra storia e della nostra cultura ci consegnano un patrimonio percepito come elemento dalle grandi potenzialità e riconosciuto alla nostra terra e alle nostre comunità come qualità e ricchezza trasferite anche ai loro “prodotti”. La Provincia dovrà trasformare la cultura in produzione di pregio della nostra terra, sapendo creare le premesse anche per un vero è proprio TURISMO CULTURALE.

S.C., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
l’alternativa tra iniziative piccole e radicate localmente e realtà più grandi può esser superata se si valorizza complessivamente le loro azioni. I grandi non devastano le realtà locali, ma caso mai animano e rivitalizzano il territorio. È la qualità che salva la bontà delle proposte. Solo così si potrà reggere il confronto con Torino o Milano: se valorizzeremo le eccellenze locali. Molta parte del nostro territorio vive un degrado paesaggistico desolante: come reagire a questa situazione? Fondazioni bancarie: fondamentali per la cultura, ma sembrano talora governate e gestite senza adeguato bagaglio esperienziale, capace di valutare in modo appropriato le proposte. La vocazione della provincia non è solo enogastronomica.

P.B., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
il sapore della cultura e il bello delle nostre città legano le persone in un riconoscimento identitario. Cosa serve? Lasciare che l’esistente si autoregolamenti o cercare di guidare tutto ciò che fa “brodo” culturale? Superare sia la tentazione della nostalgia che quella dell’utopia. La realtà sta in mezzo ed è competitiva, anche dal punto di vista culturale.

D.N., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
la cultura deve essere vista come ancora di salvezza per la difficoltà del mondo giovanile.

M.M., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
i restauri dei castelli e gli investimenti sul recupero dei centri storici necessitano di un coordinamento per far sì che, svolte le opere, esse diventino poi fruibili e “vissute”. La politica dei finanziamenti dell’associazionismo locale ha portato in passato buoni frutti. Occorre però fare sistema e ribadire la necessità di un matrimonio tra iniziativa pubblica e intraprendenza locale. Non sono in conflitto le grandi iniziative culturali con l’operosità quotidiana delle piccole realtà culturali presenti nei piccoli paesi.

C.G., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
la provincia ha ulteriormente frammentato le risorse, in questi ultimi anni, tra realtà culturali e politiche giovanili, polverizzando di fatto la possibilità di incentivare la qualità dell’offerta culturale a favore dei giovani.

U.P., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
fare autocritica ed evidenziare gli elementi di debolezza sulle politiche culturali e sulla capacità di autorevolezza nel coordinamento: la cultura è spesso espressione di manifestazione perlopiù spontanea che difficilmente può esser governata se non fa sistema, massa critica, comunicazione. Non sempre chi fa cultura ha un interesse pubblico. Peso oggettivo della provincia di Cuneo: sproporzione tra il Pil (il primo del Nord-Ovest) e le risorse investite, che sono perlopiù trasferite per competenza.

E.B., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
la realtà della provincia, così varia e ricca, ha nella cultura un fedele specchio: ci sono tante situazioni, tutte da tener presenti. La provincia potrebbe rivedere la legge 16/95, migliorando l’aspetto di coordinamento e sostegno per tutti.

R.G. nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
la cultura è spesso ritenuto elemento residuale, non solo dei programmi ma delle prassi amministrative. Ci vuole un cambio radicale di mentalità, benché l’attuale congiuntura critica potrebbe scoraggiare. La cultura è elemento unificante che potrebbe ridare smalto alle nostre comunità: non fare qualcosa per la cultura, ma adottare la cultura come elemento esistenziale.

C.S., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
la promozione artistica, in particolare quella musicale, vive oggi una grave difficoltà. Prendere grandi enti culturali e portarli in provincia rischia di ammazzare le realtà piccole e non roboanti ma che costituiscono la nervatura delle realtà artistiche locali. C’è bisogno di una politica di programmazione territoriale, anche a difesa delle specificità locali.

M.R., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
la cultura non ha avuto decentramento di risorse, ma spesso solo di attività. Occorre lottare contro la polverizzazione, da una parte, e il concentramento in poche associazioni di energie e progetti, dall’altra parte.

S.D., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
Cito un esempio: le edizioni Gribaudo se ne sono andate dalla provincia di Cuneo: un significativo esempio di cosa ha potuto voler dire, negli ultimi anni, lavorare in questa realtà, che peraltro non ha avuto reazioni particolari alla perdita di un soggetto editoriale come quello di Gribaudo.

L.B., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
L'identità culturale in provincia ha spesso fatto rima con l’incultura di certe manifestazioni cui abbiamo dovuto assistere. Abbiamo in realtà un’identità culturale molto più polimorfa. Se c’è un fattore che identifica la nostra provincia, però, questo è, per tutta l’Europa, la Resistenza.

F.G., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
i calcoli dei costi del decentramento universitario sono un modo per boicottare lo sforzo compiuto per portare in provincia l’università e la cultura.

B.G., nel corso della serata del 4 marzo, ha detto. . .
sottolineo la presenza dell’Università in provincia di Cuneo, in diverse città e sedi; sarebbe bene avere un decentramento universitario meglio governato e meglio presentato all’opinione pubblica. L’Università in provincia vive un passaggio decisivo: la convenzione firmata con l’ateneo torinese permette l’insediamento di ricercatori (subito 30 immissioni) e successivamente vi saranno docenti di ruolo sulle nostre sedi decentrate. In passato l’ente provinciale è apparso non sempre attento alla realtà dell’Università decentrata.






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