DECRETO : NELLA GIUSTA DIREZIONE MA C' ANCORA MOLTO DA FARE
Il 6 aprile il Consiglio dei Ministri ha deciso di rimandare il pagamento della nuova imposta sulla gestione dei rifiuti alla fine dell'anno. Nel 2013 resta in piedi il meccanismo della Tarsu, per i 6.700 Comuni dove è in vigore, e della Tia, per i rimanenti 1.340.
Questo almeno per le prime due rate, a maggio e settembre. Sull'ultima rata ci potrà essere un conguaglio».
Se non cambiano le norme però è praticamente certo che quel conguaglio ci sarà.
Perché la Tares non è stata abrogata, e le vecchie tariffe sono state rispolverate solo per dare modo ai Comuni di fare velocemente cassa per pagare le imprese addette alla pulizia e alla raccolta dei rifiuti ed evitare quindi di trovarsi con le strade piene di spazzatura. Ma anche di produrre i nuovi regolamenti per la Tares.
In soldoni come hanno stimato alcuni giornali ipotizzando che i Comuni non intervengano sul numero di rate e sulla loro scadenza, come previsto dal decreto salva Italia, entro maggio i contribuenti dovranno pagare in media - secondo l'Osservatorio Uil - 92 euro, la cifra stimata per una famiglia di quattro persone che vive in un appartamento di 80 metri quadrati. A settembre arriverà il secondo bollettino precompilato, sempre 92 euro. A dicembre arriverà la Tares con la compilazione di un F24, portando a un esborso di 121 euro, perché includerà quanto non si è pagato nelle prime due rate per il servizio rifiuti che la Tarsu copre solo all'80%, mentre la Tares porta al 100% (97 euro in totale); e in più la cosiddetta quota indivisibile, pari a 24 euro, che rappresenta quei 30 centesimi al metro quadrato che dovevano andare a coprire una serie di servizi, come la pubblica illuminazione o la manutenzione delle strade, ma che di fatto ora vanno al bilancio dello Stato che ha ritirato il taglio di un miliardo agli enti locali.
Il vero vantaggio di questa situazione è che avremo qualche mese in più per trovare una soluzione .
Le camere stanno già ragionando sul come .