DECRETO ROMANI . NECESSARIO NON ABBASSARE LA GUARDIA

Il Consiglio dei Ministri ha varato giovedì 3 marzo il testo definitivo del decreto Romani sulle energie rinnovabili, che era già stato battezzato decreto "Ammazza Rinnovabili".
Rispetto alla bozza fatta circolare nei giorni scorsi, che aveva suscitato ferocissime critiche a causa dei diversi escamotage con cui si pensava di distruggere il mercato nazionale dell'energia pulita, il decreto varato oggi è meno drastico.

Sicuramente ha influito la mobilitazione di tanti in molte forme e soprattutto i 14 mila cittadini che in questi giorni gli hanno scritto per "difendere" gli incentivi, chiedendo al Governo di garantire di “supportare una filiera produttiva importante e che, in controtendenza rispetto alla congiuntura economica internazionale, continua a crescere”.
Salta, innanzitutto, il contestato tetto massimo degli 8.000 MW di fotovoltaico installabile in Italia: la misura è sparita dal decreto. Per l'energia prodotta da fonti rinnovabili, però, ci sono comunque novità che rimandano infatti ad un nuovo decreto interministeriale (alla stesura del quale, quindi, parteciperà anche il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo) che dovrà stabilire le nuove tariffe per ogni fonte rinnovabile, che entreranno in esercizio dal 1° gennaio 2013. Le tariffe saranno differenziate per gli impianti di taglia minore e maggiore.

Salvo, almeno per ora, parrebbe il grande eolico: il ritiro dei certificati verdi invenduti da parte del Gse prosegue fino al 2016, con un prezzo di ritiro al 78% di quello massimo di riferimento.
Per l'energia prodotta dal sole, invece, ci sono novità rispetto al precedente Conto Energia, varato appena tre mesi fa: si attende un ulteriore decreto contenente "criteri, parametri e quote a decorrere dal 1°giugno, per assicurare la sostenibilità dei costi di incentivazione, scoraggiare le iniziative meramente speculative e garantire al settore una prospettiva di sviluppo di lungo periodo".

Commenta il Consigliere Regionale del PD Mino Taricco che nei giorni scorsi aveva presentato un Ordine del giorno e sostenuto la mobilitazione contro la bozza del Decreto ''Il Decreto approvato oggi dal Consiglio dei Ministri è sicuramente meno peggio di ciò che nelle ultime ore pareva paventarsi all’orizzonte . Speriamo veramente con le nuove norme si possa dare maggiore e se possibile definitiva stabilita' ad un settore chiave per l'energia del futuro", permettendo all'Italia di inserirsi all’interno del novero dei paesi che scommettono sul settore delle rinnovabili, dando una prospettiva di sviluppo alle migliaia di aziende e alle decine di migliaia di lavoratori che operano nella filiera e assicurando un ruolo di protagonista al nostro paese anche nella ricerca che in questo campo sta facendo continui progressi con una prospettiva di riduzione del costo/chilowatt che nel futuro' renderà queste fonti sempre più competitive rispetto ai combustibili fossili"

Si allega il testo , approvato ma non ancora , in vigore del Decreto Romani-Prestigiacomo sulle rinnovabili


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