DIAGEO: UN'INTERROGAZIONE PER CHIARIRE LA CRITICA SITUAZIONE

Insieme ai colleghi del territorio, Chiara Gribaudo, Giovanni Monchiero, Mariano Rabino e Massimo Fiorio abbiamo sollecitato un chiarimento in merito alla critica situazione dell’azienda Diageo, presentando un'ulteriore interrogazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il motivo dell’interrogazione nasce dalla recente scelta dell’azienda di non proseguire il contratto di imbottigliamento oggi attivo presso il sito produttivo di Santa Vittoria d’Alba e spostare le produzioni di vino su un altro sito, probabilmente in Inghilterra. Questa mossa metterebbe a repentaglio il posto di lavoro di ben 120 lavoratori oggi attivi sul sito, pertanto anche le organizzazioni sindacali si sono immediatamente mobilitate.

Diageo è una multinazionale quotata in borsa con sede a Londra, leader mondiale della produzione e imbottigliamento di alcolici e superalcolici, con marchi come Guinness, Smirnoff, Gordon’s e Pampero. Occupa 28 mila addetti su 180 Paesi e la sede di Santa Vittoria d’Alba (CN), dove si imbottiglia vino proveniente dalla California e destinato al mercato inglese, conta 430 dipendenti. Diageo lo scorso anno ha venduto il comparto vino alla multinazionale australiana Treasury Wine Estates (TWE) mantenendo l’appalto sull’imbottigliamento per una durata di due anni, con probabile rinnovo a giugno 2017. 
Attualmente, a Santa Vittoria d’Alba, s’imbottigliano ogni anno 4 milioni di casse da 9 litri di vino proveniente dall’estero (soprattutto Stati Uniti), con marchi come Beaulieu Vineyards, Sterling Vineyards e Blossom Hill. Ma in questi mesi Twe ha valutato altri «co-packer» e ha deciso di spostare le produzioni: infatti, nella giornata di mercoledì 5 ottobre i vertici aziendali hanno comunicato alle sigle sindacali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil che la TWE vuole trasferire in sede inglese il ramo legato all’imbottigliamento, a causa pare della non competitività dei costi logistici e a seguito dalla svalutazione della sterlina degli ultimi mesi, il cosiddetto “effetto Brexit”. Pare che le intenzioni siano quelle di cominciare a spostare i volumi produttivi da aprile 2017, un procedimento che verrà completato a dicembre dello stesso anno. 

Le produzioni inerenti al comparto del vino corrispondono al 40% dei volumi dello stabilimento, pertanto si ipotizza una ricaduta occupazionale pari a 120 unità su circa 430 lavoratori, senza tener conto di tutti i lavoratori dell'indotto. La situazione è grave in quanto Diageo ad oggi non ha altre produzioni da portare in alternativa, non ci sono investimenti e non esiste alcun piano industriale di prospettiva futura. L'intero polo produttivo di Santa Vittoria d'Alba, unico stabilimento italiano del Gruppo, parrebbe messo in forte discussione. L’interrogazione chiede quindi se il Ministro non intenda attuare azioni che diano risposte concrete ai soggetti coinvolti, per primi i lavoratori, possibilmente in modo tempestivo, e se non ritenga opportuno convocare le parti.



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