DISEGNO DI LEGGE : END OF WASTE

L'economia circolare rappresenta una leva fondamentale per la tutela delle risorse naturali, poiché ne assicura l'utilizzo efficiente in un'ottica di sviluppo sostenibile, e contribuisce ai processi di de-carbonizzazione per il contrasto ai fenomeni dei cambiamenti climatici. 

Lo sviluppo di processi e prodotti legati all'economia circolare rappresenta una sfida strategica per garantire un uso razionale delle risorse naturali, costituendo un importante strumento di strategia industriale per il Paese, che già ha dato prova di rappresentare un'eccellenza a livello mondiale nella prevenzione della produzione e nel riciclo dei rifiuti, e produce importanti effetti positivi sul piano occupazionale. 

Come è noto la raccolta differenziata è una precondizione per gestire in modo virtuoso i rifiuti attraverso il loro corretto conferimento verso impianti preposti al riciclo. Ma ciò non è sufficiente. Gli impianti devono essere autorizzati con adeguate lavorazioni  e trattamenti a permettere di far superare la qualifica di rifiuto (End of waste) a molti prodotti che sono classificati come tali, in modo che dopo il trattamento restituiscano prodotti, materiali e oggetti destinati al mercato. 
In Italia si sono prodotte in questi mesi forti preoccupazioni, per le gravi problematiche derivanti dal blocco sia dei rinnovi delle autorizzazioni esistenti che del rilascio delle nuove autorizzazioni per diverse tipologie e attività di riciclo di rifiuti in grado di alimentare sia impianti esistenti sia investimenti in ampliamenti, in modifiche e in nuovi impianti, con nuova occupazione. 

L'ultima modifica normativa alla disciplina relativa alla "cessazione della qualifica di rifiuto" (End of Waste) contenuta nel decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito con legge 14 giugno 2019, n. 55, il cosiddetto decreto "sblocca cantieri" che però non ha risolto questa situazione, limitandosi a salvaguardare le tipologie e le attività di riciclo previste e regolate con il decreto ministeriale 5 febbraio 1998 e successivi, recante "Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del D.Lgs 5 febbraio 1997, n.22", escludendo di conseguenza le numerose tipologie, provenienze, caratteristiche di rifiuti, attività di recupero e dei materiali che nel corso degli anni sono stati sviluppate. 

Per questo anche oggi in Aula, come già era stato fatto in Commissione, in sede di approvazione della Legge di delegazione europea, abbiamo proposto alcuni emendamenti che affidavano la delega al Governo per colmare questa lacuna e questo ritardo, che purtroppo sono stati respinti.

Dal momento che la modifica della normativa relativa alla cessazione della qualifica di rifiuto è estremamente urgente, per evitare ulteriori ricadute sull'ambiente, sulla salute dei cittadini e sui costi di gestione dei rifiuti per famiglie e imprese, oggi abbiamo anche presentato un disegno di legge che dispone la modifica del testo dell'articolo 184-ter del Codice dell'ambiente in maniera tale da recepire integralmente il testo del citato articolo 6 della direttiva europea, rafforzato con l'istituzione di un registro nazionale, accessibile e controllabile, dove siano raccolte tutte le autorizzazioni regionali End of Waste.

Il recepimento di tale pacchetto potrebbe garantire una gestione sicura ed efficiente dei rifiuti e affrontare le sfide ambientali ed economiche a livello globale.


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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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