FOTOVOLTAICO E AREE AGRICOLE:
DALLA MAGGIORANZA IN CONSIGLIO REGIONALE UNA SCELTA CHE NON TIENE CONTO DELL’INTERESSE DEI CITTADINI E DEL PIEMONTE.
Il dibattito in Consiglio Regionale sull’assestamento di bilancio si sta caratterizzando per la sordità della maggioranza su alcune proposte importanti e qualificanti avanzate in aula dal PD.
Abbiamo posto all’attenzione un tema importante, su cui è in corso una riflessione anche nell’opinione pubblica, quale il consumo del suolo. Nell’ultimo quindicennio il consumo di suolo, e quindi di paesaggio, ha viaggiato in Italia al ritmo di 244.000 ettari all’anno, con un boom negli ultimi mesi degli impianti fotovoltaici che sta creando più di un problema al settore agricolo. Intere aree di interesse agricolo vengono riconvertite in sedi di impianti fotovoltaici, con evidenti ricadute negative sul piano agricolo ed in generale sulla qualità del territorio. E’ un altro aspetto di un problema più generale, quello di tutelare un patrimonio che la collettività deve salvaguardare anche per le future generazioni.
Per questo, di fronte a una attuale insufficienza delle norme di tutela, abbiamo proposto di vietare l’utilizzo dei terreni di maggiore qualità, di prima e seconda classe di fertilità, per finalità non agricole, tra cui anche il fotovoltaico . Ci sono altri spazi quali strutture industriali dismesse, cave, tetti di strutture produttive, pubbliche e di abitazioni su cui sviluppare nuove tecnologie.
La Giunta e la maggioranza hanno bocciato la nostra richiesta, non perché considerata sbagliata, ma in attesa - sostengono - di una regolamentazione nazionale che però ha ancora da venire.
“E’ un grave errore, un’altra occasione persa. Il centrodestra ha scelto di non normare un aspetto delicato ed un settore certo innovativo, ma che ha bisogno di regolamentazione per non svilupparsi in maniera selvaggia, a scapito di altri settori e di un patrimonio, quello agricolo, che rappresenta in Piemonte una realtà che non conviene dimenticare. - Ha affermato Il Consigliere Mino Taricco - Anche perché il tema che noi ponevamo é più ampio della pur necessaria e fondamentale regolamentazione del fotovoltaico. E’ la necessità di salvaguardare il patrimonio “terra”, evitando il prolungarsi di un depauperamento che procede ormai da tempo”.