GESTIONE FAUNISTICA IN PIEMONTE : UN ANNO DA DIMENTICARE

Quest’avvio di legislatura che aveva mosso i suoi primi passi con grandi proclami sulla gestione faunistica , tutti improntati alla demagogia pura , all’inseguimento di una sorta di liberi tutti come regola generale , ci vede alla fine del 2012 con un quadro che definire desolante è riduttivo .
Dopo i vari ricorsi e rinvii nella apertura , vi sono ancora zone nelle quali la caccia è , e probabilmente rimarrà , chiusa ancora per settimane se non mesi , con conseguenze sia per i cacciatori che abitualmente operavano su quei territori , i quali pur avendo ottemperato a tutto quanto in loro dovere , poi non possono esercitare un loro diritto , sia per le produzioni agricole e forestali che vedranno aumentare i danni , sia per il rischio di incidentalità che rischia di crescere esponenzialmente .
Tra l’altro i danni all’agricoltura e l’incidentalità stradale rischiano di crescere in un momento nel quale la Regione di fatto riduce le risorse per far fronte ai danni , come dire oltre al danno le beffe .
E pensare che tutto ciò accade dopo aver abrogato una Legge , che con tutti i suoi limiti aveva fatto della nostra una Regione virtuosa nel campo della gestione faunistica , e dopo avere volutamente ignorato un impegno , che la maggioranza aveva annunciato anche tramite un OdG , di fare in tempi brevi una nuova Legge regionale .
E accade per aver ignorato l’indicazione dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ) che già a giugno del 2012 aveva richiesto per le aree SIC (siti di interesse comunitario) e ZPS (zone di protezione speciale) la Valutazione di Incidenza , richiesta che fu colpevolmente sottovalutata .
Ora si sta correndo ai ripari ,ma il tempo passa e si rischia di arrivare a tempo scaduto .
Nei giorni scorsi è emerso un nuovo problema urgente in merito alle normative che regolano l’attività venatoria quando il suolo è ricoperto di neve in quanto l’abrogazione della Legge regionale cancella le deroghe che erano previste , in particolare per il cinghiale , la volpe e gli ungulati anche nelle zone di pianura
In assenza della Legge regionale valgono le regole prescritte dalla normativa nazionale, che, tra le altre cose, vieta la caccia a qualsiasi specie in caso di neve al suolo , con la sola eccezione per la zona Alpi.
L’impossibilità di cacciare ungulati sul terreno innevato rischia di avere conseguenze rilevanti sul loro proliferare, dato che il maggior numero di abbattimenti di questi animali, dannosi per le colture e pericolosi per gli automobilisti, avviene proprio in questo periodo dell’anno.
Una annata partita male e che rischia di finire peggio , nella confusione e nel disorientamento del mondo venatorio e del mondo agricolo , e anche degli organismi di gestione dei Comprensori alpini e degli Ambiti territoriali di caccia del Piemonte.
L’incertezza continua che caratterizza questa stagione , le improvvise e continue modifiche alle disposizioni normative, l’azzeramento di fatto dei trasferimenti di fondi ai soggetti gestori rischiano di distruggere una gestione faunistica che con tutti i suoi limiti e le necessità di adeguamento , aveva però rappresentato una esperienza positiva e virtuosa .
Non vorremmo dover prendere atto che la demagogia e la superficialità hanno generato una condizione destinata a creare problemi al territorio , ai cittadini viaggiatori , agli agricoltori oltre che al mondo venatorio .
C’era un impegno a mettere mano alla Legge Regionale e siamo ormai tremendamente in ritardo , chiediamo alla Giunta di non rinviare oltre , non lo capirebbe più nessuno .

Mino Taricco

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