GIORGIO LA PIRA PATRONO DEI SINDACI ?

Ho trovato molto potente simbolicamente che in momento come quello che l'Europa sta attraversando il senatore Graziano Delrio abbia promosso un incontro al Senato per presentare l’opera in tre volumi “Giorgio La Pira: i capitoli di una vita”  curata dalla Fondazione che porta il nome del sindaco di Firenze tra il 1951 e il 1964, venerabile dal 2018. 

Nella sua introduzione ha definito Giorgio La Pira “instancabile pellegrino della pace”, che aveva come bussola lo storico discorso di Paolo VI all’Onu, il 4 ottobre 1965 e “la fraternità come fatto politico, seguendo la quale dall’uguale dignità degli esseri umani discende l’uguale dignità dei popoli”. 

Ha ricordato come La Pira ebbe ad affermare a commento della richiesta di Papa Montini, all’angelus del 19 dicembre 1965, di una tregua per il Natale nella guerra in Vietnam, che la soluzione in Vietnam poteva essere solo politica e non militare, perché si poteva arrivare al disastro nucleare. 

Secondo La Pira c’era margine per una trattativa per la pacificazione del Vietnam, ed il suo pacifismo attivo e non quieto, intraprendente, in questo momento suona come un monito a tutti coloro che sul tema della ricerca della pace hanno responsabilità decisionali.

E mi è ritornata in mente la proposta fatta ad inizio anno da Giuliano Pisapia e Alberto Mattioli di fare di Giorgio La Pira, Venerabile non ancora Santo ma già tale per acclamazione popolare, il Patrono dei Sindaci d'Italia. 

Proprio La Pira che ai colleghi e ai propri concittadini ripeteva spesso che il suo compito era sia quello di accendere le luci nelle strade sia quello di contribuire alla pace sociale. 

Un sindaco, come ogni amministratore o rappresentante dei cittadini, proprio come ebbe a dire Papa Francesco alla Assemblea del Parlamento Europeo, deve essere capace di volare alto e guardare in basso. 
In alto per avere un progetto che lo guidi nella sua azione. 
In basso perché l’impegno per la città è fatto di una infinità di attività quotidiane: strade da risanare, mezzi pubblici puntuali, giardini puliti e tanto altro. Servizi efficaci fanno una città bella e giusta. 

In momenti in cui non sembra che i grandi problemi che l'umanità è chiamata ad attraversare non abbiano soluzione a portata di mano, rifarsi a chi a suo tempo ha avuto il coraggio di osare l'inusitabile credo possa offrirci traiettorie nuove o almeno angolature nuove da cui guardare i problemi per magari permetterci di intravederne letture meno scontate e meno superficiali.

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