GIU' LE MANI DAL TERRITORIO
Il dibattito suscitato in questi giorni dalla manovra bis di questa estate , per intenderci quella che fino a qualche settimana fa tutti i leader di Governo e di maggioranza giuravano che non cui sarebbe stata , mi porta ad esprimere alcune considerazioni .
Tante sarebbero le considerazioni su chi colpiscono le misure previste e sulle misure che sarebbero state necessarie e invece non ci sono e sulle ingiustizie che questo genera ma mi soffermerò in questa occasione su un aspetto particolare .
La manovra parrebbe sopprimere alcune decine di Provincie e di fatto abolisce i Consigli comunali di tutti i Comuni con una popolazione al di sotto di 1000 abitanti costringendoli a percorsi verso accorpamenti innaturali e ad assetti organizzativi tali che denotano scarsa conoscenza della situazione reale dei nostri territori .
La Francia ha oltre 36.000 comuni (l’Italia poco più di 8.000 ) e credo , avendo avuto la possibilità di parlare con alcuni Sindaci e Parlamentari d’oltralpe , che nessuno si sogni di risanare lo Stato azzerando su interi territori montani i Consigli comunali , e questo perché non è li che si annidano i costi e poi perché semplicemente hanno attuato la gestione associata dei servizi e forme diverse di gestioni intercomunali ; noi sentiamo parlare da anni , ma poi di fatto si procede sempre a colpi di mano , sempre in situazioni di emergenza e senza un minimo di progetto condiviso e ragionato .
Nella stragrande maggioranza dei casi i Consigli e le Giunte dei piccoli comuni sono forme di volontariato che garantiscono i servizi essenziali e le attività in quei territori , servizi ed attività che se attuati diversamente non costerebbero di sicuro di meno .
Quanto alle Provincie credo che con gli ultimi tagli sui trasferimenti diretti ed indiretti che impatteranno sui loro bilanci sia poco ormai ciò che le stesse possono autonomamente decidere . Saranno di fatto gestori di alcuni servizi sulla base di risorse limitate e con regole che per lo più discenderanno da scelte regionali . In questa situazione sarebbe ora di decidere di abolirle in quanto enti con propria amministrazione eletta e con autonomia gestionale e trasformarle in ambiti di gestione sovracomunale di servizi per il territorio .
Sulle forme si può discutere , ma innescare l’ennesimo mercato dei territori per definire nuove Provincie sulla base dei nuovi parametri , e già se ne sentono le avvisaglie , credo sia per l’ennesima volta il modo di parlare d’altro per spostare l’attenzione dai problemi veri e dalle cose serie .
Spero ancora in un rinsavimento su queste idee folli che stanno scritte nel decreto dal titolo roboante “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo “ e continuo a sperare che il nostro diventi un paese normale nel quale i governi preparano seriamente le riforme con un confronto serio con i vari livelli istituzionali e non invece , come sin qui fatto in questi anni , che passa dal definirci i migliori a dover quasi dichiarare bancarotta .
Simili condotte non sono più sostenibili e ne sopportabili , non è giusto che l’incompetenza e l’impreparazione di chi ha la responsabilità di governo ci porti a due manovre in un anno e farne pagare il prezzo a quei territori e a quei settori sociali già troppo colpiti e provati dalla crisi e dalle difficoltà di questi anni .
Mino Taricco