GRANCASA: MANCATO ACCORDO AL MINISTERO. SI CHIEDONO CHIAREZZE AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Nei giorni scorsi, ho presentato, insieme a diversi altri colleghi, un'interrogazione riguardante l'avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte del Gruppo Grancasa Spa, azienda che si è imposta sullo scenario della Grande Distribuzione nel mondo della casa, in tutte le sue declinazioni, abbracciando anche la sfera del tempo libero, del fai da te e dello sport per chiedere chiarezza circa il futuro, sia lavorativo, sia reddituale dei dipendenti del gruppo, a seguito del mancato accordo al Ministero di inizio Giugno, oltre a garanzie per i licenziati.

Durante il mese di Marzo 2019, l'azienda, partecipata integralmente da Gest-Due Spa, aveva avviato la procedura di licenziamento collettivo, dichiarando un esubero totale di 111 unità lavorative ripartite secondo i profili professionali e la distribuzione territoriale, numero poi sceso a 100 unità, in occasione della riunione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Nella riunione finale del 7 Giugno 2019 presso il Ministero tra la Grancasa Spa e la Direzione rapporti di lavoro e relazioni industriali e la Regione Lombardia, l'azienda dopo aver ribadito le ragioni che l'hanno condotta a tale procedimento, ha ribadito le ragioni che l'hanno condotta all'avvio della procedura di licenziamento collettive, confermando la volontà di non recedere da detta decisione.

"Dopo il mancato accordo al Ministero, ritengo quindi sia necessario chiedere il massimo impegno del Ministero e chiarezze sul futuro, sia lavorativo, sia reddituale dei dipendenti coinvolti, oltre a garanzie per i 100 interessati dalla procedura - sono 7 i dipendenti licenziati su un totale di 31 nella sola regione di San Bernardino a Ceva - per eliminare le ombre che si affacciano sul gruppo e conseguentemente sui dipendenti e per superare lo stato di tensione e di agitazione che caratterizza ormai la gestione del quotidiano, non dimenticando che i diversi tentativi finora messi in atto per trovare soluzioni alternative non hanno portato frutti ed hanno, anzi, rischiato di minare le prospettive di un'azienda che, con il suo dinamismo e propensione alla crescita e all'innovazione, ha contribuito a caratterizzare l'immagine stessa di un grande marchio italiano"

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