Giustizia sociale: recuperare il senso della legalità e del bene comune

Un documento delle Acli provinciali di Cremona ha affrontato in modo critico e puntuale il tema della legalità e della redistribuzione della ricchezza. È una riflessione efficace, che dovrebbe interessare seriamente tutta la classe politica. Il documento parte da un’osservazione: la famigerata globalizzazione ha aumentato la distanza tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Le cifre relative alla fame, alla sete, all’analfabetismo, alla mancanza di cure e all’impossibilità di accedere ai farmaci essenziali dicono che la disuguaglianza è cresciuta e che le condizioni di vita dei poveri sono peggiorate a fronte delle enormi ricchezze e del potere che si sono concentrati nelle mani di pochi. È allora necessaria una nuova governance democratica nell’economia, prima di tutto a livello internazionale, perché Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale, Organizzazione mondiale del commercio evitino che vi siano imprese multinazionali con una ricchezza superiore al Pil di tanti Stati e siano così potenti da condizionare perfino i Parlamenti e i governi.
Per quanto riguarda il caso italiano, il documento denuncia l’enorme livello di evasione fiscale raggiunto dal nostro Paese, mentre aumenta il divario tra stipendi d’oro e salari da fame e cresce il numero delle famiglie che si colloca al di sotto della soglia di povertà. Anche qui c’è bisogno di un’inversione di tendenza, verso una maggiore giustizia e solidarietà sociale che recuperi il senso della legalità e del bene comune.

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