IL CENTRO REGIONALE DI CASTANICOLTURA DIVENTA NAZIONALE
Venerdì 15 Ottobre 2021
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Documentazione
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Agricoltura
Un Convegno a Cuneo Venerdì 15 ottobre 2021 presso il Comune in occasione della Fiera Nazionale del Marrone per richiamare l’attenzione e riflettere sull’accreditamento presso il MIPAAF quale Centro nazionale di riferimento per l’esecuzione delle prove di coltivazione su castagno, volte a valutare i requisiti delle nuove varietà e portinnesti di castagno iscrivibili al registro nazionale dei fruttiferi.
A livello universitario, il Centro di Castanicoltura è stato infatti riconosciuto come Infrastruttura di ricerca dell'Università degli Studi di Torino.
Nella sede di Piazza Torino a Cuneo si ritrova inoltre anche il Centro di Ricerca sul Cibo e Antifrodi: si tratta in entrambi i casi di realtà che coinvolgono anche l’Università di Torino al servizio del territorio.
Il centro, che occupa parecchi ettari al Gambarello a Chiusa Pesio, è diventato un centro di interesse nazionale accreditato dal Ministero delle Politiche Agricole con decreto del 20.11.2020. Il Centro per la Conservazione e Premoltiplicazione del castagno nasce sulla scia di anni di attività di ricerca in collaborazione tra realtà locali, nazionali ed internazionali nel Centro di Chiusa Pesio.
Come è infatti emerso dal convegno, il Centro di Castanicoltura, istituito con Legge regionale 10 febbraio 2009, n. 4. è stato il risultato di un percorso partito 20 anni fa, frutto di lungimiranza, e capacità di innovazione di tante persone tra cui sicuramente Ugo Boccacci, all’epoca Presidente della Comunità Montana, e Lido Riba all'epoca presidente UNCEM e IPLA .
Il supporto alla filiera vivaistica è sempre stato uno dei punti cardine delle attività del Centro, ma oggi assume un rilievo di riferimento per la filiera vivaistica nazionale: la certificazione vivaistica del castagno sarà d’ora in poi possibile grazie all’istituzione da parte del MIPAAF del Centro nazionale che, nel vivaio di Chiusa di Pesio, conserverà piante madri di castagno di categoria ‘prebase’ coltivate in serre a doppio strato di rete antinsetto, sottoposte a controlli fitosanitari visivi e saggi di laboratorio per virus, funghi, fitoplasmi, batteri e nematodi.
Un riconoscimento della lungimiranza e del lavoro fatto in questi anni, ed una spinta a fare sempre meglio, in un momento nel quale avere materiale vivaistico certificato e sano sarà fondamentale, anche in vista delle misure previste dal PNRR, ed in una stagione nella quale verde pubblico e forestazione saranno sempre più al centro dell'attenzione, in un'ottica paesaggistica, di qualità urbana, di qualità della vita e di benessere complessivo.