IL CONSENSO? UNA RISORSA SCARSA
Si fa un gran parlare della sfiducia e del malessere nei confronti dell’attuale governo da parte dei cittadini e dell’opinione pubblica. Intanto, è bene ricordare che in tempi di finanziaria il calo di consenso è, per così dire, fisiologico. E poi occorre sottolineare che l’opposizione di destra, quand’era al governo, non godeva di maggiore favore. Berlusconi, che ha mobilitato per la prima volta un popolo di piazza contro la finanziaria, quand’era al governo lui, l’anno scorso, aveva un indice di fiducia non molto diverso da quello di Prodi, in questa fase.
Sbagliato sarebbe allora approfittarne e per pura convenienza agire sul dissenso, sulla sfiducia o sulla paura. Molti attori politici si comportano così: cercano di fare opposizione anche quando sono al governo. Come ha fatto Berlusconi, nell’ultimo mese di campagna elettorale, alimentando la paura del futuro, in mano ai comunisti-statalisti che, appena arrivati al potere, avrebbero agito sulla leva fiscale, senza freni. Allora ha rimpiazzato la delusione verso il passato con la paura del futuro. Oggi segue la stessa rotta. Il fatto poi che l’Udc recuperi consensi, se i sondaggi sono corretti, può derivare dal beneficio della doppia opposizione: al governo e all’opposizione, contro Prodi e contro Berlusconi. Essere contro, paga? Il gioco della fiducia non è sempre a somma zero: alimentare e cavalcare il flusso del malessere non genera automaticamente benessere e comunque crea divisione e non costruisce nulla di utile alla comunità. Penso CHE questa finanziaria vada valutata per quello che è e che darà allo sviluppo della nostra economia, all’orientamento che imprimerà e al riequilibrio sociale che saprà esprimere.