IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE L'INDICAZIONE DELL'ORIGINE

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione per l’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonché ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne.
Un pronunciamento storico approvato con 422 voti a favore, 159 contrari e 68 astensioni ed in qualche misura rivoluzionario anche per fermare l’inganno dei prodotti alimentari stranieri spacciati per Made in Italy.
E’ una battaglia che da tempo l’Italia sta portando avanti, che sinora si era scontrata con una posizione UE fortemente contraria, e che questa Risoluzione adesso rende invece percorribile.
Nella Risoluzione il Parlamento europeo  invita la Commissione a dare applicazione all’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonché ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne, ed a valutare la possibilità di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine o del luogo di provenienza ad altri prodotti alimentari mono-ingrediente o con un ingrediente prevalente, elaborando proposte legislative in questi settori.
Si tratta di una decisione che incontra il favore della stragrande maggioranza dei consumatori italiani, che ritiene necessario che l’origine degli alimenti debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta, come è emerso anche dalla consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari che è stata condotta dal Mipaaf  e che ha coinvolto oltre 20 mila cittadini partecipanti.
Adesso la Commissione dovrà cambiare le norme comunitarie e speriamo lo possa in tempi brevi, rivedendole nella direzione della trasparenza sotto la spinta di Italia e Francia, alla quale è stata già concessa l’autorizzazione dalla Commissione europea per l’etichettatura di origine. 
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle materie prime è stata invocata in questi anni dal nostro Paese che si è fortemente impegnato sul tema e già nel 2004 con l’approvazione della legge n.204 aveva reso obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte fresco e quella della passata di pomodoro in Italia.
Sono ancora troppi i prodotti acquistati come italiani dai consumatori, dai formaggi ai salumi, dai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio, dei quali non si hanno garanzie della provenienza delle materie prime.  
Il percorso per arrivare ad una piena trasparenza è risultato con evidenza necessario per la carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. 
Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta in Italia il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. 
Dal  7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell’influenza aviaria mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
Le organizzazioni agricole hanno accolto con grande favore la Risoluzione del Parlamento europeo sull’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza di alcuni prodotti zootecnici, in particolare latte, carni fresche e trasformate per il consumo diretto o per l’utilizzo come ingrediente in alimenti trasformati. 
Adesso l’auspicio è  appunto che la Commissione europea tenga nel dovuto conto l’indicazione che viene dal Parlamento e presenti al più presto una proposta legislativa su questa materia.
La Commissione agricoltura della Camera chiederà al Governo di muoversi subito nei confronti della Commissione UE, chiedendo la applicazione dell’obbligo nel modo più ampio possibile.


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